Lisbona è un "chirurgo" della musica. Torinese di nascita, faccia da modello e fisico da calciatore, è un polistrumentista e cantautore attento a qualsiasi dettaglio di produzione e arrangiamento. In questa intervista ci ha raccontato l'uscita del nuovo singolo "Ikea", la passione per il cinema, l'incontro con Mika e come Lucio Dalla e i Massive Attack possono convivere nella stessa playlist di Spotify.

Il nuovo singolo

La nostra domanda di rito: dove ti trovi e cosa vedi intorno a te?

"In questo momento sono a casa e alterno la mia vita tra il mio studio di registrazione casalingo e la mia camera da letto.

Per fortuna ho un giardino e quando c'è il sole ne approfitto. Devo ammettere che la mia routine non è molto cambiata: sono in fase di scrittura del nuovo disco che uscirà quando l'emergenza sarà finita. Già da prima della quarantena, quindi, ero immerso nello studio di registrazione dove sono nati tutti i miei brani".

Come nasce "Ikea", il tuo nuovo singolo?

"È un brano che parla di come, in una coppia, si diventa meno importanti l'uno per l'altro dopo un allontanamento. È una caratteristica comune nelle storie di oggi, lo vedo anche tra i miei amici. Ci si giura amore eterno, ma poi finisce tutto e un burrocacao ha più importanza del tuo ex partner. I rapporti sono sempre più effimeri e lasciano il tempo che trovano nonostante le premesse.

“Ikea” è una specie di vendetta di questo ragazzo, che nella canzone afferma di non dover più sopportare i piedi ghiacciati di lei sotto le lenzuola e le frecce dell'Ikea il sabato pomeriggio. Rimane comunque una magra consolazione".

Secondo te cosa avviene in una coppia quando si cancella completamente il “vecchio” amore? È orgoglio, superficialità o altro?

"Me lo chiedo spesso. Credo sia un meccanismo di difesa. In questa maniera si tenta di tutelarci da una disfatta emotiva e si cerca un escamotage per spostare l'attenzione. È un tentato depistaggio di tutto quello che prima ci faceva stare bene".

Proprio oggi, nella chiacchierata che ho fatto con lo storico produttore dance Savage, pensavamo a quanto la musica attuale sia influenzata dalle sonorità anni '80 e il tuo repertorio ne è un esempio lampante. Cosa ti piace di quel mondo sonoro?

"Principalmente sono affascinato dal tipo di macchina con cui viene scritta e registrata la musica in analogico.

Mi affascina a livello di mix. È un tecnicismo ma la macchina analogica ha un funzionamento differente nell'ambito del missaggio. Quando incidi in analogico, il suono “buca” di più e il tipo d'impatto e frequenza viene spalmato nel pezzo in maniera più profonda. Serve meno artificio per far funzionare la canzone. Ci sono tante macchine che sono caratterizzanti dei suoni anni '80 ed io in queste sonorità ho riconosciuto qualcosa che mi fa stare bene".

Sei cresciuto in una famiglia di musicisti e cantanti. Il tuo percorso artistico è stato in qualche modo influenzato o hai avuto una formazione autonoma?

"È stato un po' tutto. Da una parte sono stato imbeccato dai loro meccanismi e gusti e dalla musica che mi girava intorno, dall'altra ho fatto molta ricerca in autonomia e sviluppato un gusto personale.

Sono cresciuto in un' epoca dove c'erano i programmini per scaricare la musica online, quindi la curiosità era tanta. Scaricavi cose che non sapevi esattamente cosa fossero e le scoprivi quando aprivi il file. Magari eri convinto che fosse un brano dei Blink 182 e invece poi erano gli Offspring. Ti creavi un catalogo senza sapere cosa stavi per andarci a mettere dentro".

Bei tempi, quelli...

"Sì, belli, ma pensarci mi fa sentire un po' vecchio!".

Musica e immagini

I tuoi testi sono ricchi di immagini narrative e ascoltando la tua musica sembra che tu sia un grande appassionato di cinema. È così?

"Mi piace molto il cinema e mi piace questo nuovo trend delle serie tv. È una passione che ho da sempre.

Scrivere per immagini è la cosa più efficace, che io voglio definire come mio cruccio. Ogni volta che scrivo penso se è visualizzabile. Se è astratta mi piace meno. Voglio che la gente visualizzi e associ un suo ricordo alle mie strofe".

Una serie tv che consiglieresti?

"Le classiche come "Twin Peaks" e "Lost". Ho notato che c'è in aumento la violenza all'interno delle serie TV. L'altro giorno stavo guardando la settima puntata di “Vis a vis” e mi sono chiesto: “ma quanto sono cattivi?”. Volevo stare un po' tranquillo e invece m'è venuto il batticuore. Evidentemente alla gente della violenza non importa più nulla".

A proposito di cinema, hai composto e firmato le musiche del film “Attraverso un Girone” di Riccardo Bianco.

Come ti sei approcciato a questo lavoro?

"La realizzazione di una colonna sonora avviene in maniera più naturale, è più sensoriale. Le canzoni hanno regole precise, soprattutto nel pop. Hai pochi secondi per impressionare e far sì che il resto del brano venga ascoltato. Per le immagini l'unica regola che hai è riuscire a enfatizzare quello che si vede. Il film trattava il tema della paura: il protagonista era in pericolo e sviscerare queste sensazioni ha fatto uscire sonorità alla "Stranger Things". Mi piace molto scrivere per immagini, c'è un rapporto più emotivo e istintivo".

A novembre hai aperto il concerto torinese di Mika. Com'è andata?

"Con Mika non può che andare bene. È un artista di grande successo che continua ad accumulare lodi e feedback positivi ovunque vada.

Tra noi c'è stato uno scambio alla pari. Lui, popstar di fama mondiale, ha ringraziato me di avergli aperto il concerto. Per me è stata un'occasione unica. Aver davanti ottomila persone scatena una serie di emozioni e di paure che fortunatamente sono riuscito a controllare abbastanza bene. Alla fine mi sono divertito".

I consigli musicali di Lisbona

Nella tua playlist personale su Spotify, oltre a tanta musica indie, ci sono anche i Massive Attack e Lucio Dalla. Come convivono queste due realtà?

"Massive Attack con Dalla non passano dallo stesso modo di comunicare ma hanno una matrice che m'incanta. Dalla m'incanta per le figure che sceglieva, il suono della sua voce, il far dondolare le immagini su quel che racconta, mentre i Massive Attack hanno un modo ipnotico d creare melodie che si agganciano al cervello come se fossero un mix tra una ninna nanna e una cantilena.

Ci trovo questo in comune: la capacità d'incantare. Io vengo incantato da cose molto diverse".

Qual è la tua canzone del cuore in assoluto?

"Roxanne dei Police. Li ho visti dal vivo e mi hanno fatto decidere di fare il musicista in maniera professionale. Amo il loro modo di spostare i tempi, giocare con la ritmica. Io facevo il batterista e quando a 14 anni li ho ascoltati dal vivo dopo aver consumato i loro dischi sono rimasto folgorato. La sezione ritmica è fatta da tutti e tre ed è impressionante! Anche il chitarrista ha modo di non far cadere gli accordi in maniera banale, in un punto che non sono i quarti":

Qual è l'artista che ascolti più spesso in questo periodo?

"Post Malone con il disco nuovo, che è molto innovativo e tecnologico.

Anche nei mix credo ci sia un lavoro molto particolare. Nel nuovo singolo c'è un basso che non si capisce come lo abbiano missato. Sembra molto ingombrante ma è super schiacciato e super compresso. Un mistero come possa essere così “cicc...e” ma stare bene nel suo posto. Sembra quasi una bestemmia ma anche il disco di Justin Bieber non è male, anche se è un disco molto più tranquillo (non supera il 90 BPM). Essendo primo su Spotify a livello mondiale credo che ci sia molto da imparare anche da lui. È prodotto in maniera pazzesca".