Daniele Barsanti è un cantautore toscano classe 1990 che ha iniziato la sua carriera musicale dopo il liceo; lo scorso 10 luglio ha pubblicato il suo nuovo singolo "Le Commesse".

L'artista ha rilasciato un'intervista per Blasting News in cui parla della sua storia e dei suoi futuri progetti.

La storia di Daniele Barsanti

Com’è che ti sei avvicinato al mondo della musica?

"Sinceramente mi ci sono avvicinato per caso. Perché quando ero in secondo superiore ho assistito ad un concertino nel giardino del mio liceo linguistico, che ormai penso sia un fantasma e non esista più (ride, ndr).

Ho assistito ad un paio di ragazzi che suonavano in questo cortile per una festa di fine anno mi sembra e sono rimasto letteralmente fulminato. Sono rimasto proprio colpito dalla musica. Diciamo che è stato un vero e proprio amore a prima vista. Questo evento mi ha fatto molto riflettere e ridere. Perché fino al giorno non mi era mai girato nell’anticamera del cervello di fare musica. Da quel giorno lì tutto è cambiato. Lo ricordo ancora tutto è cambiato, mi sono ostinato a imparare a suonare la chitarra, a cantare e a scrivere le canzoni. Devo dire la verità, quest’ultima, la scrittura delle canzoni è arrivata con il tempo. Comunque la molla è scattata precisamente quel giorno lì".

Delle esperienze che hai maturato durante il liceo, ce n’è qualcuna che ti porti ancora dietro o che abbia influenzato la tua musica?

"Come storie secondo me no. Invece se si parla di scuola sì. Perché io sono del parere che la scuola e soprattutto il liceo siano la parte più importante della formazione di una persona. Io ricordo bene, di aver fatto un vero e proprio cambiamento incredibile dalla terza alla quarta superiore. In questo periodo ho variato davvero molto la mia personalità.

Probabilmente era qualcosa che era celato dentro di me. In origine io ero un tipo molto più insicuro. ma da quando ho incominciato a suonare, a scoprire questa mia vena artistica e a maturare una mia sensibilità è cambiata veramente la mia percezione del mondo. Quindi anche io nei confronti del mondo e piano piano mi sono imposto di essere diverso.

Probabilmente io credo che nell’infanzia avevo già un po' il carattere che avevo adesso. Invece durante l’adolescenza, un periodo un po' strano, in cui vieni condizionato da compagnie sono cambiato. Dopo ho incominciato a pensare, che io non volevo essere quello che gli altri pensano che io sia ma voglio essere chi desidero essere. In poche parole io voglio trovarmi bene con me stesso. In questo periodo ho avuto la fortuna di capire questa cosa e che la musica facesse della mia felicità. Veramente da lì è cambiato tutto. Io oggi sono la persona più felice di questo mondo per questo preciso motivo".

Qual è il traguardo più grande che pensi di aver raggiunto, durante il tuo percorso artistico?

"Non saprei dirti, due anni fa abbiamo fatto le aperture con Gabbani e abbiamo fatto un bel tour con lui.

È stata una bellissima esperienza, però sai queste cose qua non le analizzo. Diciamo che il punto più alto è stata la prima cosa che mi ha fatto capire di poter fare la musica. Quando a 23 anni è uscito il mio primo pezzo, Lucia e Saturnino lo scoprì su SunCloud e firmai il primo contratto per l’Universal. Diciamo che è stata davvero una botta incredibile dal giorno alla notte. Sinceramente non me lo aspettavo assolutamente. Anzi il mio produttore mi aveva giocato uno scherzetto (ride ndr.), o meglio oggi lo ricordo come un bel gesto per tutelarmi. Mi disse che probabilmente all’Universal non interessavo, poi una volta che arrivò l’offerta vera, fu lui a portarmela. Conta che io ero partito veramente dal niente, avevo fatto una sola registrazione in uno studio professionale, Quindi veramente da un fuocherello ad una brace enorme.

Quello è stato un po' incredibile. Oltretutto è stata una bella soddisfazione, un punto di partenza incredibile. A pensarci adesso dico che davvero è stato un grande salto".

Le Commesse di Daniele Barsanti

Come mai hai deciso di utilizzare lo stile della Ballad per la canzone Le commesse?

"In realtà non l’ho deciso. Ti pongo una domanda, te suoni o scrivi canzoni? Se sì saprai benissimo che non è che decidi di farla in un modo. A me succede che viene quella roba lì, la sento e la percepisco nell’aria. Quindi la sento arrivare inizio anche a percepire delle parole. Dopo la parole arriva anche la melodia. Infine, succede anche una cosa un po' particolare, potrei dire ganza. Sento la canzone cantata da altri cantanti.

Come Chris Martin quando ha scritto Yellow dei Coldplay. Quando lui lo ha detto mi sono sorpreso, non me lo aspettavo. Io sono uguale, quando ho scritto Le Commesse, la sentivo cantata da Massimo Carucci. L’ho sentito gridare il ritornello. Ho quindi mentalmente ringraziato Massimo Carucci per il pezzo che mi aveva dato. Sembra strano ma è tutto nato da lì. Ovviamente poi dall’idea parte lo sviluppo, la scrittura e tutto il resto che va a comporre la canzone. Però la percezione di come avrei dovuto usare la voce è stata quella di Massimo Carucci. Non saprei proprio capirne il motivo, è una cosa che ho sempre tenuto nascosto, per la prima volta lo sto dicendo a te".

Ti sei ispirato a qualcuno o qualcosa durante la tua carriera?

"All’inizio ho incominciato a suonare la chitarra ascoltando Supersonic degli Oasis. Però la scrittura in realtà è un misto di tante cose che hai nella testa. Uno prova anche a fare dei riferimenti, ma in realtà diviene un esercizio di stile più che una canzone. Solitamente seguo un’artista quando ha qualcosa di veramente forte a livello emotivo. Perché queste emozioni poi arrivano alla gente e ai produttori. Queste emozioni poi devono anche attirare te e farti andare avanti. Perché se ti emozioni ancora vuol dire che sei vero. È anche naturale che dopo tanti anni che suoni una canzone puoi stancarti ma avere un pretesto è fondamentale. Se riesci a capire che questa canzone è stata un’emozione che hai provato in passato è importante.

Le canzoni diventano un posto magico dove si può chiudere la valvola del tempo e ci si può entrare quando si vuole. È la cosa più importante della musica".

Che idea c’è stata dietro il videoclip di Le Commesse?

"L'idea del videoclip non è mia ma del collettivo campione di incassi Gratis Dinner. Loro mi hanno fatto la proposta di voler produrre questo video e realizzarne la regia ero davvero contento. Una volta che li ho conosciuti e ho capito che loro volevano partire dal concetto di partire dalla commessa che piegava e ripiegava la maglietta per poi tornare alla propria vita, ho capito che eravamo sulla stessa lunghezza d’onda. L’idea è loro, poi hanno voluto mettermi alla regia perché dicevano che il mio testo era così descrittivo da essere come un testo di un regista.

In realtà tutto è merito loro. Loro sono dei big e quando abbiamo ragionato sulla stessa lunghezza d’onda ho capito di avere il metodo giusto per essere grande".

Il futuro e i prossimi progetti

Qual è il più grande obiettivo di Daniele Barsanti?

"L’obiettivo se devo essere sincero è quello di creare una canzone che campasse più della mia vita stessa. Una canzone alla Bigazzi che ancora tutt’oggi ci ricordiamo di lui per le grandi opere che ha scritto. Questo sarebbe il mio testamento per il futuro. Questo è il mio obiettivo perché amo le canzoni a prescindere".

Nei tuoi prossimi progetti vedremo qualcosa come Le Commesse?

"Ho l’idea di fare uscire un disco con questa canzone. Ti assicuro non è un disco sui mestieri.

Ho fatto un disco che parla del mio quotidiano e delle mie esperienze. Voglio parlare di vita di amori e di amori notturni. Mi piacerebbe usare una parola che amo molto “zingarate”, parola che usa anche in una canzone dell’album che non è ancora uscito. È una parola che rappresenta molto ciò che mi piace. L'idea di viaggio senza meta e progetti, il godersi l’emozione anche un po' rude ed esagerata, senza schemi e burocrazia. Io voglio che la gente ascolti il disco così. Guidati dalle emozioni, dal godimento dalla lussuria, dallo stare bene (ride, ndr)".