Il DPCM del 25 ottobre, firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha messo in pausa la cultura. Fino al 24 novembre, infatti, i teatri, i Cinema e tutte le attività culturali sono stati sospesi. Questo provvedimento ha sollevato molte polemiche: associazioni di categoria, attori e direttori artistici, infatti, hanno fatto sentire la loro voce contrastando questa decisione. "Non levate alla popolazione l'occasione di sognare" è la lettera rivolta a Dario Franceschi e a Conte che vede tra i firmatari Enrico Loverso, Cristina Comencini, Claudia Gerini, Lino Guanciale, Lella Costa e Andreé Ruth Shammah del Teatro Franco Parenti di Milano.

Gli artisti e i lavori dello spettacolo non accettano le parole usate da Dario Franceschini

Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, infatti, per giustificare il nuovo DPCM, sui social ha scritto: “Una sofferenza la chiusura di cinema e teatri. Oggi, però, l’assoluta precedenza è quella di salvaguardare la salute e l’esistenza di tutti, con ogni strumento possibile. Faremo di tutto affinché la chiusura duri il meno possibile e aiuteremo i lavoratori della cultura e le imprese, come e più delle settimane passate”. L’attrice Vittoria Puccini, presidentessa dell’Unione Nazionale di Interpreti dell’Audiovisivo, Teatro e Spettacoli dal vivo, ha spedito un messaggio al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Dario Franceschini e a Giuseppe Conte: “Noi non siamo tempo libero.

Siamo mestiere e molto di più. Non siamo d’accordo con i provvedimenti presi su teatri e cinema, e non solo da oggi. Come credete di aiutare i lavoratori? Perché non ci sentite, rispondendo al nostro bisogno di un incontro?” Il regista Gabriele Muccino in rete ha scritto: “Sbarrare i teatri e i cinema dimostra una sola cosa: che nessuno tra chi ha preso questa decisione ha voluto frequentare le sale nelle ultime settimane.

Avrebbe trovato massimo una decina di persone presente per ogni film. Non ce n’era davvero necessità”. Le parole di Marco Bellocchio: “Neanche le bombe sbarrarono teatri e cinema, una calamità chiuderli proprio adesso”.

Francesco Colella: 'Nei cinema e teatri contagiati uno spettatore su 350 mila'

Il Governo ha preso questa decisione per bloccare il virus.

Sembra, però, che non ci siano casi di coronavirus collegati alle attività culturali. L'attore Colella, infatti, ha scritto su Repubblica: "Esiste un documento dell'Ente dello spettacolo che racconta che su 350 mila spettatori, dalla fine del lockdown a oggi, c' è stato un solo contagiato. Adesso i teatri rimarranno chiusi per un mese e già abbiamo paura che questa data possa essere posticipata. I luoghi dell'arte, però, hanno sempre rispettato le regole che tutti noi osserviamo".