Dopo tanti anni di censure e polemiche il ministro Dario Franceschini ha firmato il decreto che abolisce la possibilità di censurare il cinema in Italia. Il decreto, entrato in vigore già il 3 aprile, riguarda unicamente le uscite in sala, in quanto nelle piattaforme streaming vige il parental control, rimandando la responsabilità della visione ai tutori e alle famiglie.

“Definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti” queste la parole con cui ha annunciato questo importante passo.

Il decreto

Il decreto del ministro della Cultura istituisce un’apposita Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche, presso la Direzione Generale Cinema del ministero, che si occuperà di verificare la corretta classificazione dei film da parte degli operatori. La commissione sarà presieduta dal presidente emerito del Consiglio di Stato: Alessandro Pajno e sarà composta da 49 membri scelti tra esperti cinematografici, dell’educazione dei minori, professori universitari, magistrati dei tribunali minorili, psicologi e sociologi.

Il comitato, pertanto, avrà come unico compito quello di verificare la classificazione educativa di un certo film. Non sarà più possibile, come accaduto in passato, vietare la proiezione nelle sale o la distruzione di alcune pellicole.

Ci saranno quattro fasce che andranno a indirizzare i film in base alle fasce d’età. "Con particolare riguardo alla sensibilità e allo sviluppo della personalità di ciascuna fascia d’età e al rispetto della dignità umana": opere per tutti, opere non adatte ai minori di 6 anni, opere vietate ai minori di 14 anni e opere vietate ai minori di 18 anni con un margine di un paio d'anni di anticipo se la visione avvenisse in presenza di un adulto.

La vecchia legislazione

La vecchia legislazione, proveniente direttamente dai tempi del fascismo, ha impedito per decenni la trasmissione di migliaia di opere cinematografiche dal grande impatto culturale, molte delle quali, secondo l’archivio del ministero, sono state ammesse dopo tagli e modifiche.

Tra gli artisti più colpiti ci sono stati grandi registi come Pier Paolo Pasolini, che ha subito denunce e processi per tutti i sui film, e Bernardo Bertolucci che si è visto bruciare le pellicole di alcune parti, considerate più scabrose, di “Ultimo Tango a Parigi”.

Ma la censura cinematografica ha danneggiato, alcune volte in forme più blande, molti dei più grandi registi del ‘900, costretti troppo spesso a tagli e rimaneggiamenti delle proprie pellicole fino al ritiro dalle sale.

Dal 1962, dopo una riforma che limitava la censura all’oltraggio del buon costume, insorsero procuratori e privati cittadini, denunciando i registi dei film considerati più indecenti e immorali per la salvaguardia del buon costume.

Prospettive future

La firma di questo decreto è un importante passo in avanti per la cultura artistica del nostro paese. Gli artisti non dovranno più preoccuparsi di tagliare le parti più crude delle proprie opere. Allo stesso tempo il ministero della cultura si occuperà di preservare l’educazione dei minori, garantendo la giusta classificazione di ogni film.

Vedremo, pertanto, molti più film vietati ai minori. Il ministero della cultura si occuperà di valutare, tramite la commissione apposita, quali film saranno adatti alla visione del pubblico più giovane.