All'inizio di novembre è uscito l'audiolibro del romanzo “L’idiota” di Fëdor Dostoevskij, edito dalla casa editrice 'Recitar Leggendo Audiolibri'. Nell'occasione il romanzo dello scrittore russo viene letto e interpretato dall'attore, regista ed editore Claudio Carini. L'audiolibro nella versione integrale ha la durata di 29 ore e 49 minuti.

Al centro della trame c'è il giovane principe Lev Nikolàevič Myškin, che ritorna in Russia dopo essersi recato in Svizzera per curare la sua epilessia; senza più soldi a causa delle costose cure, decide di tornare in patria dopo la morte di una zia, per reclamare la sua parte di eredità.

Il romanzo di Dostoevskij

Durante il viaggio in treno incontra un uomo singolare, Parfën Rogòžin, uno squattrinato come lui, e che proprio come lui torna a casa per assicurarsi il lascito di suo padre, un ricco mercante morto di recente. Myškin non sa ancora che Rogòžin avrà un peso importante nella sua vita, così come la donna di cui l’uomo è ossessionato, Nastàs'ja Filìppovna. È in questo modo che si apre il romanzo “L'idiota”, uno dei capolavori dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij, pubblicato nel 1869.

La casa editrice Recitar Leggendo ha deciso di presentare l’opera in versione audiolibro, per permettere anche a chi non se la sente di affrontare la lettura del testo di poter beneficiare delle immortali parole di Dostoevskij, lette dalla voce di Claudio Carini, attore e regista teatrale, oltre che fondatore (nel 2004) e direttore della casa editrice.

Un personaggio non usuale

“L'idiota” è stato un tentativo dello scrittore russo di presentare un personaggio lontano dagli uomini di malaffare di cui erano pieni i suoi Libri; Myškin è l’emblema della bontà: è quasi una figura cristologica che, come il suo precedente divino, soffre il pregiudizio e le ingiurie di una società che non è ancora pronta ad accoglierlo.

Il giovane prova compassione ed empatia anche per chi non merita questi sentimenti; avendo dovuto sempre combattere con l’epilessia (malattia che condivide con lo scrittore) si è dovuto estraniare dal mondo e per questo motivo ha conservato un’innocenza atipica per il suo tempo.

Myškin non è stato contagiato dai vizi e dalla perversione della società di San Pietroburgo, al contrario di Rogòžin, ma non ha gli strumenti necessari né la determinazione per provare a cambiare le cose.

Anche l’amore è da lui vissuto con purezza e altruismo: egli vuole salvare Nastas’ja, ma la giovane è ormai dannata; più simile a Rogòžin, ella desidera il protagonista ma il destino ha in serbo per loro un epilogo più amaro, in cui nessuno ne esce vittorioso. Dostoevskij ci offre un altro luminoso esempio di gestione magistrale di un personaggio tragico, mentre narra una storia intrisa di esistenzialismo e di nichilismo, dove il male trionfa sempre e la redenzione e la felicità non sono altro che le illusioni di un idiota.