"Renato Rascel, un protagonista dello spettacolo del Novecento", il saggio scritto dalla ricercatrice e giornalista Elisabetta Castiglioni, pubblicato da Iacobelli Editore, sarà presentato il 18 maggio alle ore 18 nella sede della libreria "Feltrinelli" a Verona in via Quattro Spade.

Un appuntamento utile per intonarsi agli echi di una genialità artistica, quella rasceliana, oggi non del tutto conosciuta e forse un po' dimenticata. A dialogare con l'autrice ci sarà il giornalista Enrico De Angelis. L'incontro prevede intermezzi musicali animati dalla cantante Ilaria Peretti e dal chitarrista Alberto Misuri che proporranno brani dal repertorio del grande attore romano.

Una biografia ragionata

Elisabetta Castiglioni sottolinea la chiave analitica del suo lavoro su Renato Rascel, un itinerario che scandisce le diverse fasi di una fulgida carriera e dipana le pieghe di progetti inediti, cassetti da aprire per ritrovare lo spirito creativo e la cifra affabulatoria e scanzonata propria del "Piccoletto" nazionale. "Il Piccolo Corazziere", "Napoleone", "E arrivata la Bufera", sono solo alcuni dei testi più noti con i quali Rascel impregnava la scena con la disinvolta, ironica, dirompente padronanza del "one man show".

Il palcoscenico della rivista, dell'avanspettacolo, sono state le prime casse di risonanza di un successo arrivato alla televisione, al cinema, alla radio, alle platee internazionali, anche grazie all'accorato talento canoro che pervade la canzone "Arrivederci Roma" da cui fu tratto l'omonimo film made in Usa.

Un artista sagace e completo che si è confrontato con le corde del teatro dell'assurdo di Jonesco e Beckett restituendo vene umoristiche genuine e profonde più che giravolte intellettualistiche.

Con il comico veronese Walter Chiari, Rascel nel 1986 interpretò "Finale di partita" di Beckett e sempre con lui aveva duettato una ventina d'anni prima nello spettacolo musicale di Garinei e Giovannini "La strana coppia" tratto dalla celebre commedia di Neil Simon.

Il commediografo statunitense raggiunse il Teatro Sistina di Roma per rivolgere di persona il suo applauso. In un' intervista televisiva Walter Chiari descrisse con queste parole Renato Rascel: "Pignolo, geometrico, preciso, l'uomo più difficile del teatro italiano, musicista, ex batterista, uomo dai ritmi precisi, un grosso attore".

Le parole dell'autrice

Elisabetta Castiglioni spiega che molti rammentano il "caratteraccio" di Rascel ma che, pur non avendolo conosciuto direttamente, propende nel suo libro a considerarlo espressione di puro professionismo. Nell'assidua opera di ricerca, svolta ai fini di un dottorato, ha consultato emeroteche, biblioteche, archivi, riferiti ad un'epoca in cui non esisteva internet e assaporando spesso il gusto della scoperta di testi e copioni cartacei che rimandano ad una parte importante della storia del teatro italiano. Guida preziosa nell'interpretazione di questa accurata indagine è stata Giuditta Saltarini, la seconda moglie di Rascel, compagna simbiotica nella vita e nell'arte.

"Spero - spiega Castiglioni - che le giovani generazioni si appassionino e che apprezzino uno straordinario interprete del teatro novecentesco che attraverso il suo sguardo sul mondo, incantato e surreale, ancora molto avrebbe da dirci".