Tutto come da previsioni: Oppenheimer di Chistopher Nolan trionfa nella notte degli Oscar 2024, condotta per la quarta volta da Jimmy Kimmel, aggiudicandosi sette statuette. Il film biografico sul fisico statunitense, considerato il padre della bomba atomica, partiva da favorito, avendo ricevuto 13 candidature.

I pronostici della vigilia sono stati rispettati: la pellicola si è aggiudicata il premio più prestigioso, quello per il miglior film, insieme a quelli per il regista, l’attore protagonista Cillian Murphy, il non protagonista Robert Downey Jr, e diversi Oscar tecnici, come quelli per la fotografia, il montaggio e la colonna sonora originale.

I premi agli altri film: solo un Oscar per Barbie

Abbastanza a sorpresa Povere Creature di Yorgos Lanthimos riesce a battere gli altri contendenti in ben quattro categorie, con il premio per la migliore attrice a Emma Stone, che dopo La La Land riesce a fare il bis; premiati anche i costumi, il trucco e la scenografia del film. Nessuno si è meravigliato, invece, per il premio alla miglior attrice non protagonista andato a Da’Vine Joy Randolph, che aveva già vinto tutti i riconoscimenti della stagione per The Holdlovers di Alexander Payne. Anatomia di una caduta di Justine Triet non è stato selezionato dalla Francia per competere nella categoria del miglior film straniero, ma si è ugualmente aggiudicato l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale, mentre il premio per il miglior adattamento è andato alla provocatoria commedia American Fiction di Cord Jefferson.

Barbie di Greta Gerwig si porta a casa solo il riconoscimento per la miglior canzone, che consente a Billie Eilish a vincere per la seconda volta a solo 22 anni.

È andata peggio a Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese e Maestro di Bradley Cooper, che sono tornati a casa senza nessun Oscar.

Gli italiani non ce l’hanno fatta a portare a casa la statuetta

L’Italia era in gara con Io Capitano di Matteo Garrone, ma il premio per il miglior film internazionale è andato all’inglese La zona d’interesse di Jonathan Glazer, che nel suo discorso di ringraziamento ha ricordato anche le vittime israeliane del 7 ottobre e quelle dei successivi attacchi a Gaza.

Questo film ha trionfato anche nella categoria del miglior suono.

Non ce l’ha fatta nemmeno il cagliaritano Simone Coco, supervisore degli effetti speciali e candidato in ben due film, Napoleon e Mission Impossible, entrambi battuti da Godzilla Minus One.

L’Italia ha avuto comunque il suo momento con Andrea Bocelli, accompagnato dal figlio Matteo nell'esibizione di Con te partirò, durante il momento “in memoriam” dedicato ai grandi del Cinema scomparsi nell’ultimo anno.

Le altre statuette della serata

Il dramma del conflitto in Ucraina è improvvisamente entrato nel Dolby Theatre, con la vittoria di 20 Days in Mariupol come migliore documentario: anche in questo caso il discorso di ringraziamento non ha affrontato la realtà della guerra insieme alla forza del cinema, in grado di creare ricordi.

Per il cortometraggio documentario ha trionfato The last repair shop. Il ragazzo e l’airone del maestro giapponese Hayao Miyazaki, rimasto in patria, si è aggiudicato l’Oscar per il miglior lungometraggio di animazione, mentre per il cortometraggio animato ha vinto “War is Over!”, ispirato alla musica di John Lennon e Yoko Ono. Infine, un autore di culto come Wes Anderson (non presente in sala) si è aggiudicato la statuetta per il miglior cortometraggio con The wonderful story of Henry Sugar.