Mercoledì 6 marzo è stata inaugurata presso la galleria d'arte Amy-D Arte Spazio la mostra Augenmusik, dell'artista Emanuela Bertoli, curata da Susanna Vallebona, che punta a esplorare la fisicità del suono. La mostra sarà visibile fino al 26 marzo.

La mostra

L'esposizione, che si divide tra le tre sale della galleria, propone tre tipologie di lavori, uniti dal tema della visibilità e della concretezza della sonorità. La serie di opere più interessante, forse, è Ciel Magnetiques, prodotta tra il 2023 e il 2024.

Si tratta di un corpus di lavoro composto da superfici ricoperte interamente di piume provenienti da volatili sudamericani.

Alcune sviluppate su tela, altre concepite come libri sfogliabili, ipotetiche partiture musicali che chiedono allo spettatore di essere aperti e toccati. I popoli del Centroamerica precolombiano hanno lavorato per secoli con questa tecnica: le piume dai colori sgargianti degli uccelli che abitano le foreste tropicali hanno decorato scudi e indumenti del popolo Azteco, e, dopo l'arrivo degli europei in America, la stessa tecnica è stata utilizzata per produrre opere di tema biblico.

Il lavoro di Emanuela Bertoli, elaborato attraverso le tecniche dell'arte plumaria, sembra dialogare con due opere presenti nelle collezioni milanesi: una mitria decorata da un maestro messicano del XVI secolo, conservata nel Museo del Duomo, e con il Mantello Tupinambá, opera del XVI o del XVII secolo prodotta dall'omonima popolazione brasiliana, esposta presso la Pinacoteca Ambrosiana.

La piuma, simbolo di leggerezza e libertà, affascina artisti lontani nl tempo e nello spazio. Oltre a questa serie, in mostra sono presenti i lavori del ciclo "Ensemble Pleiades", prodotti tra il 2012 e il 2024. Si tratta di tamburi costruiti tramite membrane acriliche, che attraverso diverse dimensioni producono sonorità differenti.

La terza e ultima serie in mostra è costituita dai lavori “Ionisation” 1-2 , “Poème eléctronique” e “Atmosphère”, vetro su carta Fabriano del 2012, trascrizioni visuali di onde sonore. L'analogia più evidente è con la tecnica dell'elettrocardiogramma, visione grafica del battito di un cuore pulsante, ma è impossibile non pensare ai rulli per pianoforte meccanico su cui erano trascritti i brani di Scott Joplin: lunghe fasce di carta inanimata con alcuni fori, dai quali, come per magia, scaturivano musiche capaci di intrattenere interi locali.

L'artista

“Ho tentato, nel mio lavoro, di esprimere qualche frammento di immagini e sensazioni visive che l’esplorazione e l’ascolto di questi universi di suoni mi hanno aperto”, con questa frase Manuela Bertoli spiega l'essenza della sua mostra.

Bertoli è nata nel 1957 a Caripito, in Venezuela, e lavora e vive a Milano. Attiva principalmente come illustratrice, ha pubblicato i suoi lavori su Sette, la rivista settimanale del Corriere della sera.

Il punto sulla curatrice e sulla gallerista

La curatrice della mostra è Susanna Vallebona, direttore artistico di SBLU_spazioalbello, inaugurato nel 2007 per promuovere il lavoro di grafici, fotografi, artisti. Attiva nel mondo dell'editoria artistica, ha lavorato a lungo con Franco Maria Ricci.

Cura la biennale "Oggetto libro", che ruota attorno al tema del libro d'artista.

La gallerista è Anna d'Ambrosio, direttrice e ideatrice di Amy-D Arte Spazio. Dopo una carriera nell'ambito della psicologia, ha aperto questo spazio artistico a Milano nel 2010, come centro sperimentale di ricerca per creativi.