Maurizio Milani, volto storico del cabaret italiano, è stato ospite del podcast Tintoria, condotto da Daniele Tinti e Stefano Rapone, durante una puntata ricca di aneddoti e riflessioni sul mondo dello spettacolo. L’attore e comico ha raccontato, con la sua inconfondibile ironia, le origini della sua carriera e le esperienze che hanno segnato la sua vita artistica.

“Non avevo mai fatto nulla di teatrale, ma nell’86 ho deciso di provare. Cercavo il Derby a Milano, ma ormai non esisteva più. Così ho trovato lo Zelig, dove facevano i provini. Mi sono presentato senza aver preparato niente e all’inizio, volevo scappare, spaventato dai giocolieri e dagli aspiranti attori che sembravano già bravissimi.

Poi mi sono fatto coraggio: era Milano, nessuno mi conosceva. Se avessi fatto una figuraccia, nessuno a Codogno l’avrebbe saputo”.

Zelig prima della tv, un ambiente unico

Milani ha descritto lo Zelig prima dell’era televisiva come un ambiente unico, dove la competizione era quasi assente e il cabaret viveva della spontaneità del palco: “Era un posto dove chiunque poteva andare sul palco e provare. Le serate erano informali, a volte c’erano dieci persone in sala perché c’era la partita. Ho visto sketch che anni dopo sarebbero stati portati davanti a migliaia di spettatori al Forum di Assago”.

Con l’avvento della televisione, tutto è cambiato: “Zelig è diventato un fenomeno mediatico, con scenografie, costumisti e autori.

Ogni battuta doveva essere precisa. È stato giusto così, ma quello spirito libero dei primi tempi non c’era più”.

L’esperienza a Che tempo che fa: Fazio una persona straordinaria

Milani ha poi ripercorso la sua partecipazione a Che tempo che fa di Fabio Fazio. “Ho fatto sei edizioni, ma è stata un’esperienza faticosa. Mi lasciavano poco spazio e sentivo che non mi permettevano di esprimermi davvero.

È un peccato, perché Fabio è una persona straordinaria, ma il formato era troppo rigido per il mio stile”.

Tra i momenti più particolari, Milani ha ricordato un episodio con Giovanna Melandri: “Avevo proposto uno sketch dove limonavo con lei, ma mi è stato chiesto di cambiare il nome con quello di Stefania Prestigiacomo. Ho accettato senza problemi, ma ho capito che il clima si stava facendo più freddo nei miei confronti”.

Il rammarico di non aver mai fatto un film (per ora)

Parlando della sua carriera, Milani ha rivelato un piccolo rammarico: “Sono l’unico cabarettista che non ha mai recitato in un film. Tutti i miei colleghi hanno avuto almeno una parte, io no. Non mi lamento, ma a volte mi chiedo come sarebbe stato. Mi piacerebbe fare anche solo un cameo, magari qualcosa di breve e divertente”. Nonostante i cambiamenti nel mondo dello spettacolo, Milani resta fedele al suo stile unico, fatto di improvvisazione e osservazione della quotidianità: “Scrivo sempre a mano e invio tutto al giornale (Il Foglio). Per me, la comicità è libertà di raccontare storie assurde ma reali. I miei libri? Sono tutti pezzi dello stesso racconto, in cui c’è sempre un po’ di verità”.