Paul McCartney è tornato a riflettere su una delle più incredibili leggende metropolitane della storia del rock che lo riguarda direttamente da vicino. Stiamo parlando ovviamente della tesi secondo cui il musicista dei Beatles sarebbe morto nel 1966 e sostituito nella band da un sosia. Un'ipotesi grossolana ma che ha avuto successo e continua a riscuotere ancora oggi un certo fascino e interesse. Oggi, più di cinquant'anni dopo, in un'intervista al Guardian, il musicista ha ricordato come tutto fosse esploso nell’autunno del 1969. E come, in tutte quelle leggende che erano state messe in piedi, ci fosse in qualche modo qualcosa di vero.

La leggenda della morte di Paul McCartney

McCartney ha spiegato che l'assurda voce iniziò a circolare proprio mentre i Beatles si stavano sciogliendo e che, sebbene la band l'avesse già sentita in precedenza, fu l'intervento di un dj statunitense a farla deflagrare in tutto il mondo. Milioni di fan furono spinti a cercare degli indizi all'interno dei dischi, incluse le copertine.

La nascita del mito risale ad un articolo scritto da uno studente dell'Università del Michigan, che raccolse e interpretò vari elementi come prove a sostegno della tesi del decesso di Paul. La morte infatti sarebbe avvenuta in un incidente stradale il 9 novembre 1966. Al posto suo sarebbe subentrato un sosia, un tizio di nome William Campbell, per non mandare all'aria il gruppo.

A sostegno di questa tesi ci sono indizi misteriosi, dal testo del brano A Day In The Life alle immagini di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, fino alla celebre processione "funebre" che appare sulla celebre copertina di Abbey Road..

L'ex Beatle mise fine una volta per tutte a queste voci nel 1969, apparendo sorridente sulla rivista Life. Col senno di poi, McCartney ha rivelato che quelle voci contenevano in un certo senso qualche elemento di verità. Seppur non accettando la tesi di fondo di questa leggenda il musicista ha parlato di come si sentisse in quel periodo.

Le parole di McCartney

"Ho iniziato a credere col tempo che in un certo modo in quelle voci ci fosse un briciolo di verità,” ha spiegato Paul.

“Allora io avevo 27 anni, i Beatles stavano per finire ed era come se stessi annegando in un mare di litigi e di stress", ha aggiunto poi nell'intervista.

"In molti modi una parte di me era veramente morta. Io avevo il bisogno di rinascere, di trovare una vita nuova e un modo nuovo di essere". Un periodo davvero buio per il musicista nel ricordo che ne fa a distanza di 56 anni. "Mi chiedevo se mai sarei riuscito a superare quello straordinario decennio".

Nel 1993, a distanza di molti anni dallo scioglimento dei Fab Four, McCartney avrebbe poi usato la chiave dell'ironia per mettere la parola fine a quella leggenda, intitolando il suo album "Paul Is Live”. E ancora oggi, a distanza di tanti anni, c'è tanta curiosità e interesse intorno a questa leggenda.