Nei giorni scorsi molti scienziati avevano espresso molta preoccupazione per la scoperta di una nuova ed enorme macchia solare lungo la superficie del sole, denominata "AR2665". Avendo una superficie di oltre 125.000 chilometri l'enorme macchia è grande quanto Giove, il pianeta gassoso più grande del nostro Sistema Solare.
Le sue dimensioni sono talmente enormi da essere vista persino dalla Terra. Gli scienziati monitorano molto bene queste macchia perchè, oltre ad essere parecchio complessa, nei prossimi giorni si muoverà verso il centro del disco solare, puntando proprio verso la Terra.
Oggi potente brillamento dalla macchia "AR2665"
Come prevedevano gli scienziati oggi dalla macchia "AR2665" si è verificato un potentissimo brillamento di particelle solari che si è disperso in tutto il nostro Sistema Solare, interessando da vicino anche la Terra.
L'esplosione, davvero molto potente, di classe "M-2", è stata ripresa dal satellite della NASA "Solar Dynamics Observatory". Il brillamento è durato circa un paio di ore, espellendo una scarica di raggi X e protoni energetici che hanno raggiunto anche la parte superiore della nostra atmosfera, contribuendo a ionizzarla.
Difatti in queste ore, con l'arrivo del vento solare, maestose aurore sono state osservate soprattutto sopra il Polo Sud, dove vige la lunga notte invernale, a dispetto dell'Artico che in piena estate si trova in piena luce.
Primi problemi alle comunicazioni sul Pacifico e sui Poli
Il brillamento solare di queste ore ha avuto ripercussioni anche sulle telecomunicazioni e canali radio, soprattutto in alcune aree del Pacifico e ai poli, al di sopra dei 60° di latitudine nord.
Qualche problema si è riscontrato nei canali radio militari di Russia e Stati Uniti operanti nella regione artica, ma senza alcuna conseguenza.
Ma nei prossimi giorni, quando la macchia "AR2665" si sarà spostata verso il centro del disco solare saranno possibili nuovi potenti brillamenti che impattando sulla nostra atmosfera, "ionizzandola", potranno determinare nuovi problemi alle comunicazioni satellitari, e non solo, causando anche dei possibili black out radio.
Il rischio appare concreto soprattutto dopo il 16 luglio, quando la parte più consistente della nube prodotta da questo brillamento solare raggiungerà la Terra, producendo nuove tempeste geomagnetiche e maestose aurore lungo le latitudini artiche.