Un Agente segreto può essere famoso? Al di fuori della finzione cinematografica o letteraria, la frase parrebbe un controsenso. Eppure non lo è nel caso di Mata Hari: la danzatrice più celebre della Belle Époque, che durante la prima guerra mondiale divenne l'agente segreto che trafugò informazioni da entrambi gli schieramenti attraverso la seduzione e un'intricata rete doppiogiochista.

La danzatrice

Il vero nome di Mata Hari era Margaretha Geertruida Zelle. Nacque nei Paesi Bassi nel 1876, a vent'anni si sposò con un ufficiale olandese e fu costretta a seguirlo in Indonesia, qui la futura spia osservò per la prima volta una danza locale, rimanendo affascinata dalle movenze e dalle musiche esotiche, che cercò di imitare.

Più tardi i coniugi (che nel frattempo avevano avuto due bambini) tornarono in Olanda. Dopo una serie di contrasti e riconciliazioni, marito e moglie si separarono definitivamente. A Margaretha venne tolta la custodia dei figli, e rimasta completamente sola, decise di partire per Parigi, dove inseguì il successo cercando una parte in qualche spettacolo teatrale o posando come modella per aspiranti pittori.

Dopo una lunga serie di insuccessi, diventò l'amante di un barone che la introdusse nei salotti dell'alta società borghese. Qui conobbe Il proprietario di un circo che l'assunse come attrazione: doveva fingersi un'amazzone a cavallo durante gli spettacoli. Ebbe successo, e il proprietario del circo la invitò a casa sua durante un ricevimento, durante il quale Margaretha si esibì in una danza orientale a imitazione di quelle che aveva visto in Indonesia.

Tale danza consisteva in una sequenza di movimenti fluidi e aggraziati durante i quali la danzatrice si spogliava di un velo dopo l'altro. Il pubblico ne fu entusiasta.

Così iniziò la carriera da danzatrice di Margaretha, che da quel salottino borghese finì per esibirsi in tutta Parigi, sia nei salotti dell'aristocrazia che nei prestigiosi locali come il Moulin Rouge.

Per mantenersi la reputazione di danzatrice venuta dall'oriente, Margaretha dovette mentire sul suo passato e asserire che era effettivamente nata in Indonesia, dove era stata introdotta ai templi più segreti e sacri dell'India. Inoltre, il suo nome suonava troppo europeo, e fu necessario cambiarlo con qualcosa di più esotico: Mata Hari, che in malese significa Occhio dell'alba, quindi Sole.

Iniziò così a formarsi quella inestricabile copertura di mezze verità e molte menzogne che contraddistingueranno l'agente segreto H21.

La spia

Il successo di Mata Hari era ormai internazionale, e internazionali erano i suoi rapporti con uomini di tutti i paesi: aveva amanti in ogni capitale europea. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Mata si trovava a Berlino. Con non poche difficoltà cercò di lasciare la città, e alla fine riuscì a stabilirsi all'Aja, dove però continuava a ricevere le visite di un console tedesco che l'arruolò come agente segreto al servizio della Germania: nome in codice Agente H21. Il suo compito era quello di raggiungere Vittel, in Francia, con la scusa di fare visita all'ennesimo amante, ma in realtà con l'obbiettivo di raccogliere informazioni sulla base aeroportuale di Contrexéville.

Così l'agente segreto H21 si mise in viaggio, ma per raggiungere il comune francese aveva bisogno di un visto speciale.

Tramite le sue conoscenze riuscì a mettersi in contatto con un ufficiale francese al servizio del controspionaggio francese, al quale chiese il permesso di recarsi a Vittel. Ottenne il permesso, e non solo. Le venne anche proposto di mettersi al servizio della Francia come spia. Dietro il compenso di un milione di franchi, Mata Hari accettò. La spia non sapeva, però, che da molto tempo veniva sorvegliata.

Il doppio gioco

Mata Hari per quasi un anno continuò a mandare informazioni sia ai tedeschi che ai francesi, fino a quando i primi capirono il doppio gioco del loro agente segreto, e decisero di liberarsene; non uccidendola, ma scaricandola ai francesi.

I tedeschi ordinarono all'agente H21 di recarsi in Francia, e lo fecero utilizzando un vecchio codice di trasmissione sapendo che i nemici erano in grado decifrarlo.

Dunque Mata Hari obbedì agli ordini e partì per Parigi, e in questo modo ai francesi fu chiaro chi fosse l'agente H21.

Il 13 febbraio 1917 Mata Hari si trovava nella camera d'albergo dell'Elysée Palace, quando venne arrestata e incarcerata.

Il processo

Inizialmente l'imputata negò ogni cosa che riguardasse lo spionaggio, poi, non potendo giustificare le enormi somme di denaro che le erano entrate, fu costretta ad ammettere che era una spia. Ma una spia francese!

Il suo avvocato, nonché vecchio amante, la difese con tutto il suo ardore. Gli ufficiali francesi, con cui Mata Hari in passato si era intrattenuta, interrogati, la difesero altrettanto strenuamente. Ma allo stesso tempo, l'ufficiale francese che l'aveva introdotta allo spionaggio francese negò di averla mai reclutata, anzi affermò di averla sempre considerata una spia tedesca.

Il processo si concluse con la sentenza di colpevolezza. L'imputata venne condannata al risarcimento delle spese processuali e alla pena di morte per fucilazione. Dopo che anche la Corte D'appello confermò la condanna, l'ultima speranza di salvezza risiedeva nella domanda di grazia che l'appassionato avvocato presentò al Presidente della Repubblica Poincaré.

All'alba del 15 ottobre 1917, di cui a breve ci sarà il centesimo anniversario, Mata Hari venne svegliata nella sua cella e le venne chiesto di vestirsi per uscire. La domanda di grazia era stata respinta.