Non c'è lunga intervista in cui Sofia Goggia (ormai raggiunta da un vero e proprio "assalto mediatico" come lo chiama lei), vincitrice della Coppa del Mondo di discesa libera, ragazza straordinaria, espansiva e nota per le sue "goggiate", non ricordi il ruolo di sua madre Giuliana, professoressa di Lettere alle superiori e da sempre un po' perplessa ("mia madre è sempre stata ostica su questa mia scelta" ha dichiarato a Repubblica) di questa carriera sportiva. Le sue poche interviste mostrano una donna bionda e riservata, un po' tagliente nelle sue risposte, orgogliosa delle figlia, ma con giudizio, con la ritrosia alle telecamere tipica della borghesia bergamasca ("di bergamo alta" come ci tiene a definirsi lei) .

Il padre: artista, cacciatore e...

Ma il carattere della campionessa è stato evidentemente ereditato dal padre, l'ingegnere Ezio Goggia, (reso famoso anche da alcuni video su youtube suoi e della figlia) professionista stimato nella bergamasca e non solo, molto attivo anche in molti comuni. In brevissime interviste alla campionessa e alla famiglia poco emerge, però, della personalità esplosiva del padre. Estremamente espansivo, a Bergamo è conosciuto anche come valente e spericolato cacciatore. Se è nota la sua baita a Cogne, in Valle d'Aosta, luogo spartano ("non c'è nemmeno l'acqua corrente ed è difficile arrivarci") di serenità per tutta la famiglia (dove il papà "non sa cucinare" soprattutto la polenta), poco nota è la sua attività di cacciatore, specialmente di camosci.

Chi lo conosce ha sentito certamente i suoi racconti di caccia: non è infrequente vederlo tornare - a quasi 70 anni - con il spalla la bestia cacciata.

Pittore e devoto

Si sa pure che Ezio sia un più che discreto pittore, di cui sono noti i paesaggi montani e i ritratti scavati. Il padre della Goggia ha un amore così forte dell'arte che spesso passava e passa le notti nel suo studio atelier di Bergamo.

Ma ancora meno nota la sua grande devozione per la Madonna delle Ghiaie, che ha condiviso con il noto bergamasco ing. Pesenti, che da anni cerca di far riconoscere come apparizione miracolosa dalla curia bergamasca. L'apparizione del 1943, infatti, non ha ancora avuto il crisma dell'ufficialità da parte della Chiesa Cattolica. Goggia si è pure dedicato alla pittura religiosa, tanto da dedicare un ritratto di "Gesù misericordioso", (nella foto) che si può ammirare alla Chiesa milanese della Madonna dei Poveri.