La NASA l’ha fatto di nuovo: un altro meraviglioso sistema formato da una coppia di stelle scoperto dalla più grande compagnia dedita all’esplorazione dello spazio. Nel giugno 2017 sulla Stazione Spaziale Internazionale è stato installato NICER (Neutron Interior Composition Explorer), uno strumento ad alta tecnologia progettato appositamente per lo studio delle stelle a neutroni che sta dando grandi risultati.

Una coppia di stelle danzanti

Alla distanza di 24 mila anni luce dalla Terra è stato scoperto un sistema binario di stelle: la prima è una stella a neutroni denominata IGR J17062-6143 (o più semplicemente J17062), appartenente alla famiglia delle AMXP (Accreting Millisecond X-ray Pulsar).

Essa possiede tutte le caratteristiche delle stelle a neutroni quali la composizione di materia degenere e compatta, mantenuta assieme fisicamente dall’elevatissima forza di gravità e l’elevato moto rotazionale attorno al proprio asse. Le sue dimensioni sono ristrette ma la sua massa arriva persino a superare quella del Sole di 1,4 volte. Queste caratteristiche portano alla deduzione di un’altrettanta elevata densità. Per fare chiarezza: una stella a neutroni può rappresentare l’ultimo stadio di vita di una stella, quando questa aumenta esponenzialmente la sua massa generando di conseguenza un elevato campo gravitazionale. Inoltre J17062 può essere visibile nella porzione dello spettro in microonde o nei raggi X, grazie all’azione combinata di radiazioni emesse dal campo magnetico e dalla rotazione.

Il secondo corpo celeste del sistema che stiamo analizzando è una nana bianca, perché ha pressoché le dimensioni della Terra ed emette luce bianca. La straordinaria scoperta sta nel fatto che le due stelle danzano nel cielo impiegando soltanto 38 minuti per compiere l'intera orbita l'una attorno all'altra. Ancora più incredibile il fatto che le due distino solo 300 mila chilometri, quindi poco meno della distanza Terra-Luna.

Possibili scenari

A causa della sua enorme gravità, J17062 assorbe la sua compagnia, nutrendosi continuamente della sua materia. Pertanto è solo questione di tempo e presto dello sperduto sistema binario ne rimarrà solo la pulsar. Oppure non è da escludere che, essendo una pulsar, questa possa continuare a restringere il proprio volume, aumentare di massa e generare l’ennesimo buco nero in seguito alla cessazione delle reazioni di fusione nucleare per l'esaurimento degli elementi leggeri al suo interno.