Il Sole è una stella di piccole dimensioni, rispetto ad altri giganti presenti nell’Universo. Viene classificata, nel diagramma H-R, come una nana gialla. Termine ingannevole, in quanto tutte le stelle appartenenti a questa classe hanno una colorazione che verte sul bianco, soprattutto nelle stelle più giovani. Il Sole, nonostante le sue piccole dimensioni, ha una vita molto lunga.

Un'attesa lunga miliardi di anni

È ormai certo che circa 4,6 miliardi di anni fa, a causa del collasso di una nube, provocato dall’esplosione di una supernova, si siano formate stelle giovanissime, tra cui il Sole.

Dobbiamo aspettare altrettanti 5 miliardi di anni circa, prima che entri in una fase di instabilità critica e inizi il ciclo evolutivo tipico delle stelle della sua classe Il destino che attende il Sole, e, generalmente, tutte le altre nane gialle, è stato approfondito e accertato da Albert Zijlstra e dai suoi colleghi dell’Università di Manchester.

Lo studio ha messo in luce un aspetto del processo evolutivo su cui la comunità degli astronomi nutriva molti dubbi. Si sapeva che il Sole sarebbe diventato, fra 5 miliardi di anni circa, una gigante rossa e, trascorsi altri 3 miliardi di anni, una nana bianca (con le dimensioni della Terra), fino a spegnersi completamente in una nana nera nel corso di centinaia di miliardi di anni.

Il passaggio intermedio tra gigante rossa e nana bianca presentava alcune incertezze.

Gli ultimi studi

Possiamo ora affermare con certezza che per 10.000 anni il Sole, esaurito ogni processo termonucleare, creerà una nebulosa planetaria, dovuta al rilascio del materiale che compone gli strati più esterni della stella. Può essere descritta come un involucro costituito da polveri e gas estremamente rarefatti.

L’aspetto più interessante è la sua luminosità, talmente elevata da poter essere vista anche da un’altra galassia. Questa è la fase intermedia che attraverserà il Sole prima di diventare nana bianca, nonostante la sua massa sia al limite del consentito. Infatti stelle che presentano una massa poco inferiore rispetto a quella del Sole manifestano una nebulosa con una luminosità discretamente bassa, mentre le stelle come il sole o con massa superiore, fino a 8 masse solari, hanno la caratteristica e spettacolare luminosità.

Zijlstra spiega che quando una stella muore può arrivare ad espellere circa la metà della sua massa. Con questa azione, il nucleo caldissimo fa brillare il materiale rigettato, chiamato inviluppo (un composto di gas e polveri), rendendolo visibile da decine di milioni di anni luce di distanza per un tempo, come già detto, di 10.000 anni. La questione sulle nebulose planetarie era un problema che persisteva da, ormai, 25 anni.