Arriva direttamente dagli Stati Uniti la pubblicazione di una ricerca che, davvero, potrebbe cambiare per sempre le sorti dell’umanità e del genere umano. Secondo gli scienziati del centro STAT, infatti, dopo aver condotto delle ricerche sul batterio “Escherichia coli”, si potranno attuare delle specifiche immunizzazioni per le cellule umane, per combattere e sconfiggere definitivamente virus conosciuti, cellule tumorali e radiazioni.
Le modifiche necessarie per raggiungere sul batterio questo speciale obiettivo sono state addirittura 321. Al loro compimento, però, effettivamente, il micro organismo è risultato invulnerabile a qualsiasi attacco virale esterno.
Secondo il professor George Church, però, il lavoro che è doveroso effettuare sul genoma umano è di dimensioni macroscopiche. Il docente alla Harvard University ha infatti specificato che i cambiamenti da apportare non si limiterebbero alle 321 unità ma, diversamente, sarebbero ben 300.000 e riguarderebbero 20.000 geni del nostro patrimonio biologico.
L’operazione che dovrebbe essere effettuata, inoltre, sarebbe quella di esportare i codoni (unità del codice genetico), per poi poter riprogrammare “in toto” i geni, in modo tale da evitare attacchi da radiazioni, dal freddo, dal cancro e dall’invecchiamento.
Oltre al discorso biologico: la morale e l’etica alla base della scelta
Nonostante le ricerche scientifiche ed i dati raccolti, sembra davvero ancora troppo lontano un futuro nel quale l’uomo potrà essere immune ad ogni tipo di malattia e ad ogni eventuale virus.
Oltre a tutto ciò, sono due gli aspetti che dovrebbero far riflettere coloro che, dopo un’analisi approfondita, ribadiscono la volontà di ricercare e, possibilmente, raggiungere un traguardo quanto mai insperato e, fino a poco tempo fa, inimmaginabile.
Il primo riguarda il risvolto puramente biologico del cambiamento cellulare.
Il nostro organismo, fin dalle fasi primarie della sua nascita e del suo sviluppo, si è evoluto e ha imparato ad adattarsi all’ambiente circostante. Le unità sulle quali gli scienziati dovrebbero andare ad agire, sarebbero i codoni, preposti alla replicazione cellulare.
Quest’ultimo processo è fondamentale per la vita umana ed è anche complesso ed articolato in più fasi.
Al suo interno, la replicazione, ha degli specifici sistemi che rilevano se tutti i processi sian stati compiuti correttamente, al contrario, agiscono in modo autonomo per porvi rimedio. Se un giorno, intervenendo, dovessimo modificarli e cambiarli, potremmo mandare “in tilt” l’intero processo e la vita potrebbe divenire difficile ed estremamente instabile, non solo a livello cellulare.
Il secondo capo d’accusa, imputabile a questa innovazione, potrebbe essere quello legato alla sfera strettamente sociale. Se l’uomo non morisse più, nemmeno per vecchiaia, la sovra-popolazione del nostro pianeta potrebbe divenire un aspetto in forte contrasto con l’esistenza delle singole comunità.
Sembrerebbe quasi brutale affermare che la famigerata selezione naturale non avrebbe più alcun potere e l’unica possibilità rimasta nelle nostre mani, per la sopravvivenza, sarebbe una guerra intestina ed una crescente aggressività nei confronti del diverso, possibilmente visto come pericoloso e “nemico”.
Le guerre imperverserebbero, le discussioni relative al “diritto alla vita” sarebbero all’ordine del giorno e gli attriti diverrebbero inevitabili.
Se, dunque, una prospettiva così futuristica non si era mai nemmeno ipotizzata all’interno del più utopistico film di fantascienza e sebbene, ad un primo ragionamento, tutto ciò potrebbe sembrare fantastico e di un’attrattiva strabiliante, così non è.
Se anche un giorno la Scienza dovesse riuscire a risolvere il “problema” legato all’aspetto biologico, niente potrà mai ovviare al conflitto sociale che ne scaturirebbe. Dunque, anche se potrebbe sembrare affascinante essere immortali, le conseguenze potrebbero essere catastrofiche e potrebbero mettere in crisi la nostra intera specie.