Esiste un’app per ogni necessità: quella che ci ricorda di prendere la medicina, quell’altra che tiene il conto dei passi, delle calorie bruciate, dell’acqua che beviamo. Adesso, qualora ce ne dimenticassimo, una curiosa app è lì, pronta a ricordarci che, presto o tardi, andremo tutti incontro al medesimo destino, macabro ma inevitabile: la morte. E non lo fa per crudeltà gratuita, bensì per permetterci di apprezzare quanto ci rimane prima del fatale trapasso.

Presto o tardi, tutti ‘schiattiamo’

Brutale ed efficace a partire dal nome: “WeCroak” significa infatti, letteralmente, “noi schiattiamo”.

Disponibile per Android e iOS, per il momento solo in lingua inglese, al costo di 0,99 dollari, ci si può garantire un promemoria puntualissimo, che, per ben cinque volte al giorno, attraverso frasi random di autori celebri, quali filosofi, scienziati, scrittori, si preoccuperà di segnalare senza mezzi termini quanto il passaggio su questa terra sia effimero e transitorio. Ma le notifiche giornaliere, per quanto apparentemente crudeli, sembrerebbero avere ben altro intento che quello di incuterci terrore. Tutt’altro che macabra, quindi, la finalità sarebbe anzi diametralmente opposta, stando almeno a quanto affermano gli sviluppatori.

“Una contemplazione regolare della morte”, riporta il sito, “può aiutare a stimolare un ragionamento positivo nel lasciare andare ciò che non serve per onorare le cose importanti”.

L’idea si deve ad Hansa Bergwall, 35enne pubblicitario di Brooklyn, ed è stata sviluppata da Ian Thomas, 27enne, ed è ispirata ad una tradizione del Bhutan.

Vivere bene pensando alla morte

Secondo la tradizione buthanese, pensare alla morte sarebbe una soluzione efficace per apprezzare la vita e prendere coscienza della sua fugacità.

Pensarci cinque volte al giorno, a cadenza regolare, attraverso un totale di 353 frasi, distribuite casualmente durante la giornata, porterebbe dunque chi fa uso dell’app a meditare sul senso dell’esistenza, coltivando il prezioso concetto dell’”hic et nunc”, “qui e adesso”, passando per lo storico “memento mori”, riservato anticamente ai generali che tornavano vittoriosi dalla guerra, perché non dimenticassero la loro dimensione terrena e mortale.

"Mentre pensavo di imparare a vivere, stavo imparando a morire", diceva Leonardo da Vinci ed è proprio una delle tante frasi che potrebbero irrompere casualmente durante una giornata qualunque, evocando proprio la fatalità con cui irrompe la morte stessa. Oppure si può scegliere di rendere meno imprevista almeno la ricezione della notifica, optando per una frequenza oraria decisa preventivamente dall’utente.

App ‘mortali’

L’abitudine tutta americana di esorcizzare la morte adesso entra dunque nella cultura occidentale. Altre app sono state create a tal fine. “Tikker”, per esempio, calcolando l’aspettativa di vita individuale, aggiorna un continuo conto alla rovescia. “Insight Timer”, invece, permette di meditare sul senso della vita e della morte, grazie ad una community di insegnanti.

“Game of Death” propone un quiz per determinare la data di morte e organizzarci di conseguenza.

Una sorta di “Non ci resta che piangere” in versione tecnologica, insomma. Un’esortazione a cui lo stesso Troisi oggi potrebbe rispondere: “Grazie, ho la notifica!”