Dal 2016 con il nome di Naspi si indica il sussidio per disoccupati dell’Inps. L’indennità di disoccupazione che viene percepita da molti lavoratori che perdono il posto di lavoro viene erogata dopo domanda all’Inps da parte del disoccupato, ma solo nel caso in cui i richiedenti rispettino determinati requisiti ed adempimenti. La Naspi, infatti, come impianto normativo prevede il rispetto di una serie di requisiti in capo ai disoccupati che ne richiedano il beneficio.
Chi può percepire la Naspi?
La perdita di lavoro deve essere involontaria. La Naspi è appannaggio di soggetti che perdono il lavoro per licenziamento individuale, termine del contratto, licenziamenti collettivi e dimissioni per giusta causa. Chi si dimette o lascia il lavoro autonomamente, non può richiedere il sussidio. Questo a meno che le dimissioni non siano per giusta causa, come nel caso di mancato pagamento di stipendio. In questo caso le dimissioni vanno validate dall’Ufficio Territoriale del Lavoro.
I requisiti per ricevere la Naspi
Esistono due requisiti da rispettare come attività lavorativa per poter rientrare nella platea di destinatari della Naspi. Occorrono almeno 13 settimane di lavoro nei 4 anni che precedono la data di perdita dall'ultimo lavoro e 30 giornate negli ultimi 12 mesi prima di tale data. La Naspi è appannaggio di lavoratori a tempo indeterminato o determinato, di apprendisti, di soci lavoratori delle cooperative e dei lavoratori precari della Pubblica Amministrazione.
La risoluzione consensuale e la Naspi
Anche la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro può dare diritto alla Naspi. Questo solo in 3 specifici casi. Il primo è quello della risoluzione da procedura conciliativa presso gli Uffici Territoriali del Lavoro. Disco verde anche nella risoluzione con accettazione nei 60 giorni dell’offerta di conciliazione. Infine, ok alla Naspi quando la risoluzione succede al rifiuto del lavoratore a spostarsi in un’altra sede aziendale distante più di 50 Km dalla precedente.
Durata del sussidio di disoccupazione
In linea di massima la Naspi può essere percepita per 2 anni. Il periodo preciso comunque deve essere pari alla metà delle settimane lavorate nel quadriennio precedente la data di presentazione della domanda. I periodi di lavoro utili alla durata però non devono essere stati utilizzati per precedenti domande di disoccupazione. Nei periodi utilizzabili rientrano anche quelli per cassa integrazione, malattia, infortunio, congedi di maternità, permessi per la legge 104 e congedi parentali.
Come si calcola la Naspi
Per quanto riguarda il calcolo del sussidio utile è l’estratto conto dei contributi. Si sommano le retribuzioni ai fini previdenziali riportate sull’estratto conto Inps, sempre degli ultimi 4 anni. Il risultato lo si divide per le settimane di contribuzione effettive, rilevabili sempre dal documento Inps e si moltiplica tutto per il coefficiente fisso di 4,33.
Gli importi del sussidio
L’importo massimo percepibile, escludendo eventuali assegni familiari è di 1.300 euro al mese. In linea generale però, il sussidio prevede un importo pari al 75% della retribuzione media ai fini previdenziali rivalutata con il coefficiente pari a 4,33. Nel caso in cui tale retribuzione sia superiore a 1.195 euro, la parte che eccede tale limite viene calcolata al 25%.
Come si fa domanda di Naspi
La domanda va presentata all’Inps in via telematica, tramite il sito dell'Istituto per chi ha credenziali di accesso e password, tramite call center sempre per chi ha l’accesso tramite Pin ai servizi telematici Inps o tramite patronato. Oltre alla domanda, bisogna sottoscrivere presso i centri per l’impiego la Did, la Dichiarazione di immediata disponibilità a nuovi lavori o a progetti formativi e riqualificativi che verranno messi eventualmente in atto dall’ufficio di collocamento stesso.
