Qualche settimana fa si è parlato di una ricerca condotta dal dottor Sam Parnia della Stony Brook University School of Medicine di New York. In questa lo scienziato esponeva i risultati del suo studio che vedeva le persone appena morte, essere coscienti del fatto di essere decedute. La ricerca era connotata da tratti decisamente inquietanti, molto più di quella sulle NDE (Near Death Experiences), in italiano Epm (Esperienze pre morte), di cui andremo a parlare oggi. Si attribuiscono le cause dei punti della “scala di Greyson”, la cui conoscenza appare necessaria per la comprensione delle ultime ricerche, a delle ragioni neurologiche e fisiologiche.

L'articolo "Are near-death experiences hallucinations? Experts explain the science behind this puzzling phenomenon" pubblicato sul The Conversation, e in seguito riproposto in Italiano su Focus fornisce un compendio delle dinamiche che si celano dietro le Epm.

La scala di Greyson sulle Esperienze Pre Morte

La scala di Greyson prende il nome da colui che l'ha elaborata, ovvero Bruce Greyson della University of Virginia. Lo scienziato, avvalendosi di questo strumento, si propone di misurare l'intensità delle esperienze pre morte. Le esperienze che i pazienti sostengono di aver provato sono le seguenti:

  • Lo scorrere del tempo subisce un acceleramento o un deceleramento.
  • Il pensiero diventa molto più veloce del normale.
  • Si rivive tutta la propria vita, proprio come in un film. Da lì la frase "Ho visto tutta la mia vita passarmi davanti agli occhi".
  • Si sperimenta una sensazione piacevole di comprensione, pace e gioia.
  • Si percepisce la diffusione di una luce brillante.
  • Avviene il famoso passaggio attraverso un tunnel in cui in fondo c'è una luce.
  • Si ha l'impressione di uscire dal proprio corpo e vedere l'ambiente circostante dall'alto.
  • Si fanno degli incontri mistici, e si ascoltano voci identificabili come ultraterrene.
  • Si ha la sensazione di trovarsi in un punto da cui non si può più tornare indietro.
  • Si fanno incontri con persone già decedute in passato.

I bambini spesso, quando sperimentano un'esperienza di questo genere, affermano di aver visto i propri insegnanti o gli amici nella "luce".

Gli americani, invece, puntano direttamente a Gesù e gli induisti, similmente, vedono il dio della morte, Yamraj. Ma come può essere spiegato un fenomeno di questo genere?

Quando arriva il "momento" non siamo tutti uguali

Cultura, età e religione influiscono sulle Esperienze pre morte. Olaf Blanke e Sebastian Dieguez, due neuroscienziati, hanno cominciato a profondere le loro energie e nozioni scientifiche, per riuscire a vederci più chiaro.

Le Epm sarebbero di due tipi: il primo è associato all'area sinistra del cervello, il secondo quella destra. Nel primo caso, l'esperienza riportata è quella di "volare", nel secondo quella di aver visto spiriti e di essere riusciti a comunicare con essi.

Ma le Epm possono avere varie origini e come riporta Focus, queste sarebbero:

  • Un'attività anomala dei lobi temporali.
  • Una depersonalizzazione dovuta a diversi fattori.
  • Una condizione di stress talmente forte, da spingere il nostro cervello ad affrontarla come il momento della nascita. Il tunnel e la luce, sarebbero simili al canale del parto.
  • Effetto di alterazioni chimiche nel nostro cervello.

Drogarsi naturalmente

La Dmt (dimetiltriptammina) è un potentissimo psichedelico.

Il trip allucinogeno indotto da questa sostanza, somiglia molto alle descrizioni delle Nde. La Dmt è presente nel nostro fluido cerebrospinale. Gli scienziati ritengono possibile che il nostro organismo sia programmato in modo tale che in prossimità di eventi traumatici, come possono essere appunto la nascita e la morte, questo ne produca in quantità maggiori, tali da permettere al nostro corpo di superare al meglio lo shock.

Un'altra spiegazione potrebbe essere la scarsità di ossigeno che può causare fenomeni epilettici nei lobi temporali. A questo punto c'à da porsi un'ultima domanda: perché i fenomeni descritti sono così incredibilmente reali? La risposta è "quasi" semplice. Le aree del nostro cervello coinvolte nelle Esperienze pre morte sono le stesse che utilizziamo tutti i giorni per la vista e l'ascolto vero e proprio.

Overclocking

Un'ultima ipotesi è che il cervello prima di morire, voglia sperimentare un ultimo iperfunzionamento delle proprie cellule neuronali, potenziandole all'ennesima potenza. Ovviamente queste sono solamente alcune delle sensazioni spiegate da coloro che sono tornati dal "punto di non ritorno" e non esiste ancora una soluzione univocamente condivisa dalla comunità accademica. Probabilmente le Esperienze pre morte sono generate dalla concomitanza di molti fattori, forse alcuni ancora da scoprire.

Inoltre, non è ancora chiaro perché molte persone rianimate, siano riuscite a descrivere dettagliatamente cosa stesse succedendo nella stanza dove stavano per passare a miglior vita.