La HBO lo aveva preannunciato “sarà la più grande battaglia mai vista sullo schermo” è così è stato, la battaglia vista nel terzo episodio dell’ottava stagione di Game of Thrones è davvero la più grande battaglia mai vista e realizzata! Come sappiamo ormai da tempo Il Trono di Spade è simile ad un gioco da tavolo, il Risiko ambientato nel mondo di Westeros con molti più morti, non morti e draghi. Ogni personaggio è una pedina che fa parte di una scacchiera, mossa soltanto per compiere quella mossa, quell'unica mossa per cui la pedina è stata creata.

Ogni personaggio ha un suo destino e fin quando questo non si compirà il personaggio non perirà. La battaglia di Grande Inverno ha lasciato dietro di sé scie di sangue e morti cruente, tutto quanto necessario per lasciare in vita chi dovrà concludere la serie nel modo più sbalorditivo possibile.

Prima della lettura è giusto precisare che la seguente recensione includerà nella sua trattazione alcuni spoiler.

Best battle ever seen in a Tv show

Sembrava impossibile realizzare qualcosa che andasse oltre la battaglia vista nel Signore degli Anelli – le due torri (la battaglia del fosso di Helm), per anni considerata impareggiabile. La HBO non solo è riuscita a pareggiare tale scontro ma addirittura a fare di meglio.

D’altronde la produzione si è affidata al talento di un regista che in quanto a battaglie sa il fatto suo: Miguel Sapochnik. Lo stesso regista dell’episodio ha parlato diffusamente della puntata in un’intervista. Ricordiamo che si tratta dello stesso regista di Hardhome o Aspra dimora e Battle of the Bastard, la battaglia dei bastardi: “Come punto di riferimento ho rivisto Le due Torri, perché l’assedio prevede una sequenza di quaranta minuti, ma in realtà ci sono tre diverse battaglie che si svolgono in tre diversi punti collegati tra di loro.

Era la più grande battaglia vista fino a quel momento.

Ho capito che meno azione, meno combattimenti, possiamo avere in una sequenza, e meglio è. Giochiamo anche con i generi. Deve esserci Horror e suspense, azione, dolore, tristezza, adrenalina, lo spettatore deve sentirsi proiettato nella scena, come fosse li”.

Le curiosità del terzo episodio dell’ottava stagione: la lunga notte di Grande Inverno

La battaglia di grande inverno è stata girata nel corso di 55 notti e per le riprese sono state impiegate circa 11 settimane. La produzione dichiara di aver speso un totale di quasi 15 milioni di dollari per la sua produzione con un cast assolutamente eccezionale, circa 750 persone hanno preso parte alla puntata, qualcosa di davvero colossale. Il tutto è servito a dar forma al più lungo episodio che sia mai stato trasmesso della seria di Game of Thrones: 78 minuti!

Anche all’occhio clinico più attento qualche piccolo dettaglio potrebbe essere stato perso durante la puntata. Complice l’estrema oscurità della location e delle scene in cui è ambientata la battaglia, la lunga notte di Grande inverno o Winterfell, per tale ragione non sempre tutto è apparso molto chiaro e nitido.

La notte e l’oscurità sono i veri padroni della scena e sono il teatro sul quale si esibisce il Night King, il Re della Notte, insieme al suo esercito di non morti. Senza subbio questa puntata richiama tantissime precedenti scene già viste nelle precedenti stagioni.

La caduta della casata Mormont

Innanzitutto in questa puntata possiamo vedere come sia Lyanna Mormont che Jorah Mormont perdano entrambi la vita. Con la loro morte possiamo dire ufficialmente addio alla nobile casata dei Mormont, gli orsi del Nord. La scena tra il gigante e la piccola lady Mormont è stata davvero intensa. La piccola Lady ha affrontato il gigante Wun Weg Wun Dar Wun mostrando tutto il suo coraggio, tipico tratto delle casate del Nord, dove anche le donne sanno farsi valere.

Nonostante la piccola Lady Mormont non sia riuscita a sopravvivere allo scontro, stritolata come un pupazzo dal gigante, questa è comunque riuscita ad uccidere il gigante conficcandogli un pugnale di vetro di drago nell’occhio sinistro come ultimo gesto di sacrificio. Una delle curiosità della puntata è proprio la morte del gigante. Infatti il gigante Wun Weg Wun Dar Wun fu precedentemente ucciso durante la battaglia dei bastardi (6x9) proprio da Ramsey Bolton con una freccia conficcata nell’altro occhio, quello destro. Inoltre il gigante è morto nello stesso punto in cui morì la prima volta.

Anche Jorah Mormont ha deciso di sacrificare la sua vita per una causa superiore: per amore! L’amore di un uomo verso una donna, verso Daenerys in questo caso, spinge le persone a qualunque cosa pur di difenderla, e così è stato.

Quell’amore palesatosi già dalla prima stagione e portato avanti per le successive 7 stagioni ha trovato la sua massima espressione proprio nell’estremo gesto: il sacrificio! Jorah ha sacrificato se stesso per difendere Daenerys e tutto ciò ci porta proprio alla profezia fatta nella casa degli eterni e dei 3 tradimenti che dovrà subire nel corso della propri vita: per oro, per danaro e per amore. La produzione ha spiegato che gli sceneggiatori hanno pensato a diversi possibili epiloghi per Ser Jorah, ma l'idea migliore alla fine è risultata quella di farlo rimanere fino alla morte fianco a fianco con Daenerys, il personaggio che ha protetto da sempre.

La morte di Beric Dondarrion

Una nobile morte senza dubbio è stata quella di Lord Beric Dondarion.

Il signore di Blackhaven è stato una costante nel corso di tutta la serie tv, sempre presente in ogni momento cruciale: da ricordare la sua presenza nella compagnia che oltrepassò la barriera per recuperare il corpo di un estraneo da mostrare alla regina Cercei. Dopo aver spronato il Mastino ad aiutare Arya in difficoltà nel corso della battaglia, è stato poi ucciso dagli estranei facendo da scudo con il suo corpo proprio per difendere la piccola di casa Stark. Come avremmo ormai capito tutti, ogni singolo personaggio di Game of Thrones ha un suo ruolo specifico, come i personaggi di un ‘gioco’. Una volto raggiunto il proprio obiettivo, il proprio scopo, il personaggio non ha più ragione di esistere e perciò può perire.

Beric Dondarrion è stato ucciso tantissime volte nel corso della sua vita ma con l’aiuto di Toros e del Signore della Luce è sempre stato riportato in vita, come spiega proprio nel corso della puntata Lady Melisandre, la sacerdotessa rossa. Il Signore della Luce ha in precedenza salvato la vita numerose volte a Lord Beric, solo affinché assolvesse al suo compito. Compito che, scopriamo, era proprio quello di assicurarsi che Arya restasse viva per poter affrontare il Re della Notte.

La morte di Theon Greyjoy

Theon era predestinato a morire, ma nessuno sapeva in che modo sarebbe accaduto. Nato Greyjoy ma cresciuto come uno Stark, dopo tradimenti alla casa che lo aveva cresciuto e torture per mano di Ramsey Bolton, Theon Greyjoy ha deciso di tornare a Grande Inverno per proteggere quelli che per gran parte della sua vita sono stati i suoi fratelli.

Il principe delle Isole di Ferro si è schierato con i suoi uomini a difesa di Bran nel Parco degli Dei, nei pressi dell’albero diga. Nonostante la caduta dei suoi uomini, Theon non ha smesso di combattere, fino al momento dell’arrivo del Night King nel Parco degli Dei. Allo stremo delle forze Theon attacca il Re della Notte con un disperato gesto suicida consapevole di andare incontro a morte certa ma con il cuore leggero e senza rimpianti. Il Re della Notte ha infatti ucciso Theon, ma lo stesso principe delle Isole di Ferro prima di morire ha raggiunto il suo obiettivo, lo scopo per il quale egli è stato messo alla luce e il personaggio creato, proteggere Bran ed essere perdonato per tutti gli errori commessi.

Le parole di Bran: “Sei un brav’uomo, ti ringrazio” servono a consacrare la definitiva redenzione di Theon che nasce Greyjoy ma muore Stark.

La morte del Re della Notte

La morte più significativa dell'intero episodio è stata quella del Re della Notte. Gli eroi della serie hanno fatto di tutto per fare in modo che il Generale delle truppe di ghiaccio si presentasse sul campo di battaglia. Non solo il Night King si è presentato ma ha mostrato gli artigli! Lo abbiamo visto avanzare incontrastato fino al cospetto di Bran, dopo aver ucciso Theon Greyjoy.

Il Re della Notte, però, non aveva messo in conto che nelle file dei vivi ci fosse un’assassina dalle doti straordinarie: Arya Stark! Già mostrateci nel corso della puntata, riuscendo a fuggire dagli estranei nel castello con un passo furtivo e assolutamente silenzioso, la stessa Arya si introduce nel Parco degli Dei e a sorprendere il Re della Notte con un attacco furtivo, ingannando tutti gli estranei e i luogotenenti del Night King presenti in zona e colpisce il generale di ghiaccio diritto al cuore.

Il colpo non solo uccide, facendolo esplodere in mille pezzi, il Night King, ma con lui tutto l'esercito di non morti cade al suolo privo di vita, senza quella magia che permettesse ai morti di ritornare dall'aldilà.

Il destino di Arya

Se, nel momento della messa in onda, abbiamo potuto ammirare e sentire la mossa di Arya come una vera sorpresa, bisogna riportare alla memoria un dialogo tra Arya e Lady Melisandre avvenuto nel corso della terza stagione. Lady Melisandre sembrava aver detto che sarebbe stata lei, a spegnere gli occhi del Re della Notte, quando le parlava di occhi che avrebbe chiuso per sempre: “Vedo occhi marroni, occhi verdi e occhi blu. Occhi che chiuderai per sempre”. Gli occhi blu sono un chiaro riferimento agli estranei e in questo caso al Re della Notte.

E se gli occhi verdi fossero quelli di Cercei Lannister? La Regina regnante dei sette regni dovrebbe stare allerta perché ci sarebbe un’assassina senza scrupoli che vuole la sua testa.

Ovviamente l'attacco di Arya al Re della Notte è stato sferrato con la daga di acciaio di Valirya regalatole in dono dallo stesso Bran nella precedente stagione. Passaggio di consegna dell'arma avvenuto nello stesso identico punto in cui il Re della Notte è stato ucciso. Tutto sembrerebbe portare a pensare che fosse tutto già scritto e che l'artefice di questo disegno sia proprio Bran. Il corvo a tre occhi avrebbe regalato la daga ad Arya sapendo benissimo che la sorella sarebbe stata la protagonista della grande guerra e avrebbe avuto bisogno di un'arma adeguata ad uccidere i non morti. La stessa daga con la quale i Lannister commissionarono l'assassinio di Bran nella prima stagione.