"Per quando voci di vuoto saranno solo echi, lungo le estati urlate sulle chitarre ritmiche e questa età di suoni scivolerà nello spazio e semineremo ricordi di cattedrali per le genti che non conoscono il nostro nome. Lasciamo un suono! Buon compleanno a noi".
Questo il messaggio che è stato consegnato oggi alla pagina Facebook dei Nomadi per ricordare questo giorno speciale, in cui si festeggiano i 57 anni di attività della band più longeva italiana.
Nati nel 1963 la sua formazione ha cambiato faccia più volte, spesso purtroppo anche a causa di gravi perdite, come quella dell'indimenticabile Augusto Daolio nel 1992.
I loro brani hanno fatto da colonna sonora per intere generazioni e alcuni di essi sono diventati immortali, e noti anche a coloro che magari non si possono definire loro fan.
Scegliere non è stato semplice, ma scopriamo insieme cinque di questi brani.
Io Vagabondo - 1972
Portato al successo nel 1972 dai Nomadi, il brano fu scritto da Alberto Salerno (testo) e dal bassista Damiano Dattoli (musica). Ancor oggi, dopo quasi 40 anni, resta uno dei brani più noti della band (tanto da essere riproposto ad ogni concerto) e forse addirittura uno dei più noti del panorama musicale italiano.
Dio è morto - 1967
Altro brano indimenticabile è Dio è morto, scritto da Francesco Guccini nel 1965, pubblicato su 45 giri dai Nomadi, due anni dopo, nel 1967. Il tema del brano sono i cambiamenti improvvisi della società e la possibilità di mettere in discussione tutto ciò che fino ad allora era considerato intoccabile.