Violenze fisiche e morali, omicidi, stalking. È questo un fenomeno oramai tremendamente diffuso. Ad esserne colpite sono soprattutto le donne, vittime dei loro mariti o fidanzati. Dall’inizio dell’anno ad oggi sono già avvenuti ben quindici femminicidi in Italia e centoquattordici nel 2017. Si stima che circa sette milioni di donne tra i sedici e i settant’anni hanno subito almeno una volta nella vita una violenza fisica o sessuale. Tante di loro hanno potuto denunciare l’accaduto, ma molte non hanno potuto farlo, perché sono state barbaramente assassinate per mano di coloro che dicevano di amarle.

Ricordate il caso Weinstein?

Nell’ottobre 2017 scoppiò ad Hollywood il caso Weinstein. Il produttore fu accusato di aver molestato tante attrici e di offrire in cambio di prestazioni sessuali ruoli all’interno dei suoi innumerevoli film. In Italia è Fausto Brizzi al momento ad essere indagato per violenza sessuale. Una voce di denuncia ha finalmente preso piede e molte donne del mondo dello spettacolo, e non solo, hanno deciso di rompere il silenzio e di dichiarare pubblicamente le molestie e le discriminazioni subite da parte degli uomini in ambito lavorativo e domestico.

Un libro per riflettere

È da poco tempo uscito nelle librerie italiane un libro edito da Il Saggiatore che testimonia cosa scatta nella testa di una giovane donna che è stata molestata.

La Carne, questo il titolo del Libro, è l’opera prima di una giovane scrittrice trentunenne del Galles, Emma Glass, e narra la storia di Peach, una ragazza vegetariana che una notte viene brutalmente violentata da un uomo che la sua mente associa alla salsiccia. Peach non racconta a nessuno l’accaduto, né ai genitori né al fidanzato, e - tornata a casa - ricuce persino da sola le ferite che quell’uomo le ha causato.

La violenza ha tuttavia delle ripercussioni su di lei, perché nonostante cerchi in ogni modo di tornare a condurre una vita normale non può farlo, poiché quell’uomo non smette di perseguitarla e perché il male che lui le ha causato dentro è più forte delle ferite fisiche che il tempo riuscirà a cicatrizzare. La carne è una favola moderna, metaforica e originale.

È scritta in modo particolare, piena di allitterazioni, assonanze e immagini forti che ricordano il modo di scrivere tipico di grandi scrittori come James Joyce. Nel leggerlo tante domande scattano nella testa del lettore, ma una su tutte è quella di capire se sia giusto non denunciare una violenza, come fa Peach, e lasciare che sia la vita a restituire il male fatto a chi lo ha commesso o addirittura vendicarsi da sola o se al contrario bisogna parlare e non lasciare impunito il violentatore.