Tra i risultati principali delle Elezioni politiche del 24 e 25 febbraio si evidenzia il calo di preferenze per la Lega Nord. Tranne che in Lombardia, in cui la corsa alle regionali di Roberto Maroni ha trainato i votanti e in qualche modo arginato i danni, nel resto del Nord il Carroccio ha perso più della metà dei voti. Il partito soffre soprattutto la concorrenza di Grillo e del suo Movimento 5 Stelle, ma cede punti anche al Pdl: l'analisi è della società Swg, che presenta le sue osservazioni sul fenomeno. 

Tra coloro che alle elezioni europee 2009 hanno votato Lega Nord, afferma Swg, oggi solo il 38% conferma la sua preferenza; tra i restanti, ben il 22% passa al Movimento 5 Stelle, il 21% sceglie l'astensione, il 10% passa al PdL, il 5% al centro sinistra e il 4% alla coalizione di Mario Monti.

Il raffronto può essere operato anche rispetto alle elezioni regionali del 2010: rispetto ai votanti leghisti di tre anni fa, oggi solo il 27% riconferma il proprio voto alla Lega, mentre il 24% passa al Movimento 5 Stelle, il 20% all'astensione, il 9% al PdL, l'8% alla coalizione di Monti, il 7% al centrosinistra e il 5% a liste indipendentiste. 

Il crollo più eclatante la Lega lo ha avuto nel Veneto: dal 35% delle Regionali ’10 all’11%, con un passaggio di quasi 9% di voti a Grillo. "La Lega Nord - prosegue Swg - riconquista parte dei voti in fuga solo con la figura di Luca Zaia: +19%-22% nell'ipotesi di elezioni con la guida del Presidente della Regione".