I discount sono, per definizione, negozi che vendono prodotti alimentari e non, a prezzi più bassi.

A riprova di ciò, da un'indagine effettuata all'inizio dell'anno 2012 i prezzi dei prodotti discount sono, all' incirca, del 30% più bassi rispetto ai prezzi dei supermercati e dell'oltre il 25% più bassi dei prezzi degli ipermercati.

Facendo un breve excursus storico, le catene dei discount sono approdate in Italia intorno agli anni '80 e negli anni '90 hanno conosciuto un notevole sviluppo. Negli anni compresi tra il 2007 e il 2011 è aumentata del doppio la percentuale (oltre il 20%) delle persone che fanno acquisti nei discount e, secondo dati Istat, le vendite al dettaglio hanno registrato il 3% di incremento nelle vendite nei punti vendita.

Nei primi sei mesi del 2012 vi è stata un'ascesa degli acquisti nei discount all' incirca del 2% con 7 famiglie su 10 che le scelgono. Purtroppo vi è il rovescio della medaglia, infatti uno studio, che ha coinvolto circa 7.000 consumatori condotto tra il 2007 e il 2008 a Parigi, non lascia margini di dubbio: chi effettua acquisti negli hard-discount è esposto a maggiori rischi di obesità a causa di una dieta più sfavorevole.

Come se ciò non bastasse, c'è il problema delle frodi agroalimentari: è del febbraio scorso la notizia dell'operazione condotta dal Corpo Forestale dello Stato di Ravenna che ha registrato gravi irregolarità in 4 punti vendita discount.

Invece, risale all' agosto 2010 il sequestro effettuato in punti vendita discount, effettuato dalla Polizia Tributaria della Guardia di Finanza e dell'Asl di Taranto, di 13 tonnellate di prodotti alimentari (salumi, scatolame vario, pasta, formaggi di provenienza estera) tutti scaduti di validità, mancanti delle informazioni minime di tracciabilità.

Dato che non ci facciamo mancare nulla, il Presidente della Coldiretti afferma che i prodotti venduti nei discount costano poco perchè presentano al loro interno delle ricette modificate e l'uso di ingredienti di qualità minore.