Quanti erano, a dicembre 2013, i Comuni che applicavano l'imposta di soggiorno in Italia? Quanti saranno nel 2014? In che modo le entrate derivante dell' imposta verranno investiti dai Comuni? A queste domande ha cercato di rispondere, tramite un'accurata ricerca, la JFC tourism & management di Massimo Ferruzzi.
A fine dicembre 2013 il numero dei Comuni italiani che avevano in essere l'imposta di soggiorno ha raggiunto quota 500: il Comune numero 500, in ordine di tempo, è quello di Siracusa. Un numero consistente, la cui concentrazione è avvenuta soprattutto in due regioni, la Toscana, con 103 Comuni, ed il Piemonte con 98.
Tra i dati dei 500 Comuni non ci sono né quelli del Friuli Venezia Giulia né quelli del Trentino Alto Adige, anche se per quest'ultima il pagamento dell'imposta è attivo dal primo gennaio di quest'anno.
Stando a quanto emerge dalla ricerca effettuata dal JFC, nonostante il decreto legge n. 23 del 2011 abbia imposto ai Comuni di destinare i fondi derivanti dall'imposta per il turismo, per la manutenzione e per il recupero di beni culturali, essi non lo fanno completamente.
Infatti, dalla rilevazione emerge che le Amministrazioni Comunali trovano difficoltà a dichiarare con chiarezza gli investimenti effettuati con i proventi dell'imposta di soggiorno. Eccetto i pochi casi dove i Comuni, insieme alle associazioni di categoria, concertano dove investire i fondi, sono tante le Amministrazioni che decidono di gestire i suddetti fondi senza concertazione di categorie.
Si tratta di incassi indicati come "fini sociali" che non sempre corrispondono agli interessi del turismo italiano. Sempre dalla ricerca effettuata dalla JFC emerge che il 16,4 % dei Comuni è maggiormente interessato ad investire i fondi dell'imposta da soggiorno in "eventi e manifestazioni", il 13,3% si concentra sul "restauro e sulla manutenzione dei musei e dei monumenti" mentre l'8,2% concentra i propri investimenti per migliorare la "viabilità interna".
Non da meno è l'interesse che le Amministrazioni Comunali dimostrano per l'arredo (7,2%) e per gli uffici IAT (5%). Durante tutto il 2013 solo il 4,8% dei Comuni si è interessato del "decoro e del verde cittadino" mentre solo il 3,8% delle Amministrazioni si è interessato alla costruzione di un sito web e all'installazione di una rete wi-fi e hotspot.
Le stime del prossimo anno rivelano un incremento ulteriore del turismo e quindi della tassa di soggiorno che consentirà ai Comuni di poter investire 383 milioni di euro nel 2014 a fronte dei 287 milioni e 350 mila euro investiti nel 2013: la speranza è che gli amministratori sappiano investire i proventi in maniera equilibrata e rispondente alle reali esigenze delle città che guidano.