Nella difficile situazione economica e politica in cui sitrova l'Italia, oltre alla decadenza del senatore Berlusconi, come argomento didiscussione c'è anche la cavalcata di Matteo Renzi verso, la poltrona del PDprima e di Palazzo Chigi poi.
Matteo Renzi, cavallodi razza del PD, nato a Firenze nel 1975, è stato fino a tre anni fa il sindacopiù amato d'Italia. Secondo quanto è stato riportato nei giorni scorsi dalSole 24Ore, l'indice di gradimento del candidato del PD nella piazza di Firenzeè precipitato rovinosamente.
Tale risultato può essere visto sia come un trampolino dilancio sia come un muro contro il quale si sbatte.
Per Renzi quella graduatoria ha rappresentato, dal 2009ad oggi, entrambe le ipotesi: nel 2010al primo posto mentre nel 2013 al sessantunesimo.
Un crollo che nessuno sa spiegarsi ma che tutti imputanoalla continua indecisione sul rimanere o meno a Firenze oppure puntare aPalazzo Chigi. Questo tira e molla di decisione, "resto o parto", ha creato nonpochi malumori all'interno della comunità fiorentina che a questo punto non siaugurano altro che Renzi spicchi il volo per ritornare alla normalità.
La parabola del giovane Matteo è spietata: nel 2010, nel governantepoll 2010 di Ipr Marketing, ottiene il 63,5% dei consensi mentre l'annosuccessivo conquista la vetta con il 66,6 %.
Nei mesi successivi però Firenze cambia la sua opinione sulsindaco del PD facendolo scendere nel 2012 al trentunesimo posto.
La situazionenon cambia e Firenze conferma il suo giudizio negativo su Renzi anche nel 2013facendolo scivolare al sessantunesimo posto.
Dietro a questo calo di fiducia nei confronti di Renzipotrebbe esser possibile trovare la non disponibilità da parte dei fiorentiniad accettare una politica fatta di slogan, gestita da un uomo immagine anziché daun uomo sindaco, quasi spesso lontano da Palazzo Vecchio.
Troppi anche i viaggi all'estero, poi le primarie, la campagnaelettorale e la visione di una Firenze come punto d'appoggio per la politica diun uomo che potrebbe in futuro ridare all'Italia una speranza di vita ma cheoggi è sempre meno amato da chi lo ha eletto.