Poco lusinghiere le previsioni fatte dal Fondo monetario internazionale ( Fmi ) sull'andamento del nostro PIL nei prossimi due anni: anche la Grecia farà meglio di noi! L'economia italiana, reduce da un 2013 disastroso con un decremento del PIL del 1,9%, tornerà si a crescere ma solo dello 0,6% nel corrente anno 2014 e del 1,1% nel successivo anno 2015. Valori assolutamente bassi se pensiamo che la tanto bistrattata Grecia aumenterà il suo PIL nel 2014 dello 0,6% come l'Italia ma poi nel successivo 2015 salirà del 2,6%.
Anche per il tasso di disoccupazione le previsioni rimangono allarmanti in quanto dall'attuale 12,3% si discosterà ben poco addirittura salendo al 12,4% nel 2014, per poi lievemente scendere al 11,9% nell'anno successivo 2015.
Un livello di disoccupazione che è molto alto, ancor più preoccupante, se si fa riferimento al numero dei giovani disoccupati.
Sono assolutamente necessarie ed importanti la riforma del mondo del lavoro e la rivisitazione della legge sulle pensioni della Fornero , per cercare di ovviare alle gravi conseguenze sul piano sociale che, la ripresa troppo lenta prevista della produzione, una costante disoccupazione nei prossimi due anni, unita ai danni sociali causati dalle leggi Fornero / Monti, potrebbero innescare.
Il Fondo monetario internazionale conferma che nell'euro zona permane un grave rischio di deflazione non facilmente gestibile; per scongiurare tale rischio occorrerà mettere in campo soluzioni non convenzionali e ciò dovrebbe essere fatto praticamente da subito.
La BCE con Draghi sta lavorando in tal senso. Urge anche un ritorno da parte delle banche ad una politica di erogazione del credito ai livelli pre-crisi.
Una tale azione potrebbe portare un aumento del PIL fino al 3,9 % nel 2015. Scusate se poco! Forse sarebbe il caso di porre in essere forme di pressione ( anche di tipo impositivo) sulle banche: l'interesse collettivo di un paese deve sempre prevalere sull'interesse di pochi.
Cosi' come le esigenze collettive debbono essere salvaguardate togliendo privilegi e vantaggi alle caste, senza veder sbandierare, ogni volta, argomentazioni di carattere giuridico ( regolamenti. leggi, o addirittura articoli della costituzione) per mantenere uno status quo non più socialmente accettabile e foriero di disuguaglianze.
Tali disuguaglianze, un volta diventate insopportabili, possono anche comportare gravi e devastanti disequilibri di carattere socio economico con ripercussioni sulla pace sociale.