Lo spread vola e torna lo spettro del crack per l'Argentina. Questo avviene oggi dopo che la corte suprema USA ha rigettato il ricorso del Paese sudamericano e sentenzia invece che l'Argentina paghi 1,3 miliardi di dollari ai fondi hedge per bond in default.
Immediata la reazione della 'presidenta' Cristina Fernandez de Kirchner che in un video registrato e mandato in onda a reti unificate, conferma il rispetto della prossima scadenza dei rimborsi e definisce un'estorsione l'annuncio della corte suprema USA.
Nel frattempo Standard & Poor's taglia il rating argentino a 'CCC-' da 'CCC+' con outlook negativo, considerando la situazione del Paese molto vulnerabile.
L'Argentina torna cosi a tremare dopo 12 anni quando, il 2 gennaio del 2002, fu costretta ad ammettere l'incapacità di rispettare gli impegni presi con gli altri Paesi e quindi a dichiarare il default.
Furono anni terribili per gli argentini, dovettero affrontare una crisi mai vista fino ad allora, con mesi di caos totale nel Paese. All'epoca il presidente di turno era de la Rua che fu costretto a dimettersi dopo che il Paese cadde in una profonda recessione. Si manifestarono per un mese pesanti rivolte che si scatenarono in tutto il Paese a seguito del tracollo finanziario, in poche settimane si susseguirono più presidenti fino alla nomina ad interim di Eduardo Duhalde.
Ma è soltanto nel 2003 grazie al presidente Nestor Kirchner che l'economia incominciò a stabilizzarsi e l'Argentina riuscì a ristrutturare il debito in default.