Questa è l'epoca di internet. Non si direbbe guardando i dati che emergono tra i contribuenti italiani: ancora solo il 23,5% afferma di aver effettuato almeno un versamento elettronico alla PA. E' quanto risulta dal convegno "eGovernment, non solo moda" che l'Osservatorio Pubblica Amministrazione del Politecnico di Milano ha tenuto poco tempo fa, a Roma. Non esiste un vero e proprio "identikit" di chi paga tramite il web ma dai dati è facilmente intuibile che abbia meno di 55 anni, che possegga una laurea e che risieda in centri con più di 100.000 abitanti.

L'80% di coloro che ha utilizzato questi canali innovativi è rimasto molto soddisfatto in particolar modo per il risparmio di tempo. Ma allora non si capisce come sia possibile che 3 cittadini su 4 non abbiano ancora usufruito di tale servizio.

Circa il 65% di coloro che fanno parte di questa stirpe dichiara di preferire altri metodi o di non fidarsi del web. Il restante, sostiene di non esserne a conoscenza. D'altra parte solo un quarto degli Enti dichiara di mettere in totale disposizione un sistema di pagamento totalmente digitale in alternativa alle metodologie standard, frutto di un'amministrazione poco sviluppata in questo campo dove i centri di competenza vengono suddivisi individualmente senza poter cooperare.

Per usufruire a pieno regime dei nuovi strumenti con l'obiettivo di iniziare un processo di cambiamento, è assolutamente necessario ampliare il numero di tecnici specializzati nel settore informatico tra le fila della Pubblica Amministrazione. Purtroppo la pianificazione degli Enti non sembra seguire questa falsa riga, dato che oltre il 50% delle amministrazioni locali non si è ancora adoperato e non prevede di farlo neanche nei prossimi 2 anni. Risulta quindi netta la necessità di una regolarizzazione che venga supportata da organi sovraordinati, per accelerare questo processo di innovazione tramite la diffusione di soluzioni centralizzate e interoperabili come il Nodo dei Pagamenti dell'Agenzia per l'Italia Digitale.