Lo scorso febbraio ha fatto scalpore una sentenza favorevole ad una cittadina che si è vista ridurre da un giudice una cartella di Equitalia da 87.000 a soli 11.000 euro. Il giudice in questione non ha fatto altro che applicare la Legge n°3 del 2012, quella conosciuta come Legge sul sovraindebitamento. Anche l'Agenzia delle Entrate con la circolare 19/E del 9 maggio ne spiega le reali applicazioni e la sua evoluzione normativa. Questa legge in pratica viene incontro a quelle persone che hanno molti debiti e che hanno una situazione reddituale che oggettivamente non le mette in condizione di far fronte all'esposizione debitoria se non ricorrendo a soluzioni estreme come l'usura.

Il giudice a cui si rivolge il soggetto indebitato, in pratica, una volta valutata la capacità di ripianare il debito da parte del debitore, valutando la reale situazione reddituale e patrimoniale dello stesso e sottraendo ad essa quanto basta per le esigenze vitali della famiglia del debitore, stabilisce la cifra massima che può rimborsare. La Legge non è applicabile a tutti i soggetti, essa infatti trova applicabilità per tutti i soggetti non fallibili. E' una procedura concorsuale che un soggetto può richiedere predisponendo prima un piano di rientro da far fare ad un professionista abilitato che può essere un avvocato o un commercialista. Se il piano viene accolto dal giudice, all'indebitato viene concessa la riduzione del debito a quanto effettivamente è in grado di pagare in base alle sue disponibilità, e il resto del debito viene cancellato.

Il giudice quindi stabilirà quali beni dell'indebitato possono essere liquidati, sempre tra quelli impignorabili e stabilirà di concerto con i creditori le modalità di rimborso. La sentenza sopracitata si riferisce a debiti con Equitalia, ma può essere applicata anche per tutte quelle persone, e sono tante, che hanno esagerato nelle spese quotidiane usando carte di credito, carte revolving e usando troppo dei finanziamenti che le Società Finanziarie hanno concesso senza tener conto della possibilità di rimborso del soggetto.

Abbiamo detto che è una Legge applicabile alle persone non fallibili. Infatti questa specie di salvagente può essere usato dai consumatori, da coloro che hanno cessato una attività da più di un anno, da coloro che non svolgono attività di impresa e da imprenditori agricoli. LAgenzia delle Entrate nella sua circolare spiega che qualora l'indebitato dolosamente nasconda parte del suo patrimonio per abbassare la sua solvibilità, rischia anche la reclusione.

Tra ricorsi all'usura, suicidi, furti e rapine, sicuramente la Legge 3/2012 puo' permettere all'indebitato di poter riprendere una nuova attività commerciale, di vedersi togliere il cappio alla gola dei troppi debiti ed in pratica di potersi reinserire nella società.