Nella lista delle raccomandazioni economiche pubblicata dall'Unione Europea relativa ai paesi Ue, l'Italia risulta essere quello nelle peggiori condizioni, necessitando un monitoraggio specifico unitamente ad azioni decise da intraprendere. In cima alla lista delle difficoltà del nostro paese vi è l'enorme fardello del debito pubblico, che secondo i tecnici di Bruxelles, andrebbe ridotto rapidamente applicando uno specifico programma di privatizzazioni e, utilizzando i fondi risultanti, per la riduzione del rapporto debito/PIL, ora oltre il 130%.

Tra i paesi europei l'Italia è quello in cui vi sono i maggiori squilibri macroeconomici e da tenere assolutamente sotto controllo, seppur non tanto gravi da giustificare l'apertura di una procedura d'infrazione. L'ammontare del debito pubblico è aggravato da una bassa produttività e da una crescita molto debole che stenta a ripartire.

Secondo Bruxelles gli sforzi maggiori, oltre alle privatizzazioni e alla riduzione del debito pubblico, sono da indirizzare anche alla modernizzazione della pubblica amministrazione e alla riforma del sistema giudiziario, per il quale ha chiesto specificatamente la riforma delle prescrizioni entro la metà del 2015. Inoltre chiede l'approvazione della delega per la riforma fiscale entro Settembre e la revisione dei valori catastali oltre all'introduzione di misure atte a migliorare la disciplina fiscale.

La deviazione dagli obbiettivi, concessa grazie alla flessibilità del patto di stabilità, permetterebbe al paese di migliorare dello 0,1% il saldo strutturale del prodotto interno lordo per il prossimo anno, mentre per quello in corso Bruxelles chiede un aggiustamento fiscale di almeno lo 0,25%.

All'Italia comunque, resta ancora da chiarire l'impatto che potrebbe avere sui conti pubblici la recente sentenza della Corte Costituzionale sulla non indicizzazione delle pensioni, che potrebbe inevitabilmente causare l'avvio di una procedura per un eccessivo rapporto debito/PIL.

La situazione degli altri paesi dell'Unione Europea

Anche Irlanda, Slovenia e Spagna richiedono un monitoraggio specifico, pur avendo squilibri macroeconomici non eccessivi, mentre Germania e Ungheria hanno bisogno di decisi interventi di aggiustamento, anche se per la Germania non è previsto un monitoraggio da parte dell'Unione Europea.

Un po' meglio le cose per Polonia e Malta, appena uscite dalle relative procedure adottate dall'Unione, mentre per quanto riguarda la Francia continuano a persistere le criticità per le quali rimane sotto infrazione e, entro Giugno, dovrà porre in essere specifiche misure d'intervento, come stabilito dal Consiglio Europeo avvenuto in Marzo.

Caso a parte quello della Finlandia, tra i 28 paesi dell'Unione Europea che presenta maggiori difficoltà; I suoi conti pubblici peggiorano ulteriormente e il suo deficit nel 2014 è stato del 3,2% nei confronti del PIL, destinato a rimanere sopra il 3% anche per il prossimo anno. Da qui la richiesta dell'apertura di una procedura d'inflazione presentata dalla Commissione al Consiglio Europeo.