Il FMI mette in guardia: in caso di default della Grecia e/o uscita dall'euro (la temutissima Grexit) ci sarebbero problemi per l'Italia. Si tratta dei risultati del rapporto sulla situazione italiana derivante dalle consultazioni che il Fondo Monetario Internazionale ha avuto con il governo tra il 5 e il 18 maggio, dunque prima del referendum in Grecia del 5 luglio che ha visto prevalere il NO. Vengono quindi smentite (parzialmente) le rassicurazioni date ad esempio dal ministro Padoan e si conferma che ci sono rischi per l'Italia dalla crisi in Grecia, con gravi ripercussioni sulla ripresa economica, il PIL, il rapporto deficit/PIL e dunque sul debito pubblico.
Vediamo allora i numeri e le considerazioni su quali problemi per l'Italia ci sarebbero se le trattative sul debito greco e le riforme richieste al governo Tsipras per evitare il disastro non andassero a buon fine: dead line il 20 luglio, scadenza per il pagamento della quota di debito che la Grecia ha con la BCE che se non onorata porterebbe inevitabilmente al default di Atene, allo stop dell'erogazione della liquidità d'emergenza fornita dalla stessa BCE e, con ogni probabilità, all'abbandono della moneta unica europea.
Problemi e rischi per l'Italia dalla crisi in Grecia secondo il FMI
"Sviluppi avversi in Grecia potrebbero avere un impatto sostanziale sull'Italia con effetti sulla fiducia, ma le esposizioni dirette sono limitate" è quanto si legge sul rapporto del FMI sui rischi per l'Italia dal default della Grecia e la Grexit.
Continuando nella lettura, si evince che per il Fondo Monetario Internazionale non ci sarebbero problemi a breve termine o per lo meno sarebbero limitati.
I rischi per l'Italia dalla crisi in Grecia sono di lungo termine, soprattutto se "la percezione dell'irreversibilità dell'Area Euro dovesse cambiare in modo permanente", un problema per tutta l'Eurozona ma che avrebbe conseguenze più gravi sui Paesi periferici già alle prese con situazioni difficili (Italia ma anche Spagna e Portogallo ad esempio).
Insomma se la Grecia esce dall'euro si avrebbe una mancanza di fiducia nell'unione monetaria e sulla sua irreversibilità: un danno gravissimo per tutti ma soprattutto per paesi finanziariamente deboli che, in caso di ritorno alle monete nazionali, vivrebbero una crisi profonda.
Per alcuni dettagli su situazioni specifiche potete leggere Default Grecia e uscita dall'euro: che rischi per l'Italia e gli italiani?, articolo nel quale, già prima della diffusione dell'analisi del Fondo Monetario Internazionale, abbiamo riportato i principali pericoli per le aziende, i turisti e investitori.
Il report degli analisti e collaboratori di Christine Lagarde, presidente del FMI, precisa che l'economia italiana "sta emergendo gradualmente da una prolungata recessione, ma la ripresa è ancora fragile"; vengono lodate le azioni del governo Renzi, le sue riforme sul lavoro ed i progetti di riforma delle pensioni per contenere la spesa pubblica, tuttavia rimangono i soliti problemi strutturali quali alta disoccupazione, bilanci deboli e un debito pubblico elevato, privatizzazioni parziali e mal fatte.
Le stime FMI sulla crescita del PIL italiano sono per un +0.7% nel 2015 e +1.2% nel 2016, una crescita frenata dai problemi strutturali del Belpaese e suscettibili di riduzione in caso di sviluppi avversi della crisi in Grecia.
Invece la stima deficit/PIL 2015 aumenta a 2,7% dal precedente 2.6% di aprile, quella per il 2016 scende a 2,1% dal precedente 1.7%, mentre la stima per il rapporto debito/PIL 2015 scende a 133.3% da 133.8%, quello 2016 scende a 132,1% da 132.9%.