A decorrere dal 1° gennaio 2016, i coefficienti di trasformazione da adottare per determinare gli importi delle Pensioni con il sistema di calcolo contributivo, saranno aggiornati come di consueto. Infatti i coefficienti vengono aggiornati automaticamente ogni tre anni. Questa cadenza si ridurrà a 2 anni a partire dal 2019 per via della riforma Fornero che ha previsto il ricalcolo a periodi più corti.
Chi ha stabilito questo ricalcolo?
Il Ministero del Lavoro il 22 giugno 2015 con un decreto ha emanato i nuovi coefficenti inserendoli in una tabella ed allegandola al decreto stesso.
Questo decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n° 154 del 6 luglio e quindi è diventato esecutivo.
Quali sono i motivi del ricalcolo?
La revisione dei coefficienti e quindi i ricalcolo dell'ammontare delle pensioni è dovuto in base al cambio delle aspettative di vita. Infatti più aumenta la vita media delle persone per il calcolo della pensione avviene in base alle aspettative di vita. Aumentando la vita media dei pensionati si deve abbassare il loro assegno della pensione per evitare che questo gravi in maniera eccessiva sulla casse statali.
Quali pensioni verranno abbassate?
La decurtazione delle pensioni riguarderà tutte le pensioni indistintamente. La cosa che varierà è l'entità del taglio perché inciderà maggiormente sulle pensioni calcolate esclusivamente con il sistema contributivo.
Infatti quelli che possono essere definiti più fortunati sono quelli la cui pensione è calcolata con il doppio sistema o sistema misto (contributivo e retributivo). Sono quei soggetti che al 1° gennaio 1995 avevano già maturato 18 anni di contributi e che si sono visti applicare il sistema contributivo solo dal 2012. Per tutti gli altri, l'applicazione del sistema contributivo, penalizzante già in partenza è scattato dal 1996 con pensioni più basse di quegli altri.
Di che percentuali si parla?
I tagli saranno di pochi euro al mese, si tratta di percentuali bassissime anche se di questi tempi tutto è importante. Le percentuali varieranno dal 1,5 % a poco più del 2,5% in base alla data di decorrenza della pensione. Quindi la prima pensione che l'INPS pagherà nel 2016 vedrà i pensionati prendere mediamente il 2% in meno.
Sta di fatto che fin dalla riforma Dini, l'importo delle pensioni si è via via ribassato. Le statistiche dicono che dalla sua riforma del 1995 le pensioni si sono ridotte del 12%. Aggiungendo il fatto che l'età pensionabile si è alzata, un pensionato oggi per avere la stessa pensione che prendeva un suo pari del 1995 dovrà lavorare 4 anni in più ed andare in pensione 4 anni più tardi.