Siamo ancora lontani dalla fine della riforma delle Pensioni, ma si stanno muovendo passi importanti. Oggi 8 luglio infatti, il Presidente dell'Inps Tito Boeri ha illustrato alla Camera il suo progetto di riforma delle pensioni.

La proposta dell'INPS in pillole:

Per Boeri, l'importo della pensione va ricalcolato con il sistema contributivo ed in cambio si può uscire prima dal lavoro. Per i soggetti della categoria over 55, via al reddito minimo garantito come in molti altri paesi europei. In pratica un paracadute per quelli che una volta chiamavamo esodati.

Eliminare le ricongiunzioni troppo onerose economicamente. Non possono pagare cifre esorbitanti quei lavoratori che per colpa del precariato hanno lavorato a periodi alterni in più settori e con versamenti previdenziali in più Enti. Introduzione di un contributo di solidarietà per le pensioni più alte.

Come ha reagito la maggioranza?

Nella persona e nelle parole del Ministro Poletti, il Governo sembra sulla stessa linea di Boeri. Infatti il Ministro ha detto che "sui punti illustrati da Boeri, il Governo pensa di intervenire già a settembre quando si metteranno le basi per la nuova legge di stabilità". Resta sottinteso comunque che le proposte dell'INPS devono essere valutate da Governo e Parlamento.

Le Minoranze?

Sono tutte contrarie, dal M5S a Forza Italia e fino alla Lega. Quest'ultima infatti ha già da mesi presentato un ddl alternativo sulla riforma pensioni. Il deputato della Lega emembro della Commissione Lavoro, Fedriga sulla proposta di Boeri, parla di "colpo inflitto a chi ha pagato i contributi regolarmente".

Parla di ricatto ai lavoratori che per andare in pensione prima, devono rinunciare a parte della pensione. Secondo la Lega va eliminata definitivamente la Riforma Fornero ed inserita la quota cento per tutti. In pratica la somma dell'età anagrafica e degli anni di contributi, non appena tocca quota cento deve permettere al lavoratore di andare in pensione.

La copertura finanziaria la Lega la troverebbe nella tassazione della prostituzione e la revisione dei costi standard che era già in approvazione ma che dal Governo Monti in poi è stata accantonata. Secondo la Lega vanno colpite le pensioni d'oro, quelle sopra i 5.000 euro.