Ritornano a crescere i numeri delle nuove imprese italiane. Dopo sette anni di crisi economica – fatta eccezione per una leggera fiammata nel biennio 2010-11 – il tessuto imprenditoriale italiano ha registrato nel 2015 un aumento delle imprese ai livelli pre crisi, contando 6 mln e 57 mila unità. Ci sono più imprese turistiche e commerciali grazie alle 372 mila nuove iscrizioni che compensano le 327 mila cancellazioni con un saldo positivo di 45 mila imprese.

A rivelarlo sono i dati diffusi da Unioncameresulla natalità e mortalità delle imprese nel 2015.

Il ritorno a ritmi di crescita ai livelli pre crisi (+ 0,75 per cento), lo si deve in particolare alle nuove imprese di giovani, stranieri e donne. Si sono registrate, nel 2015, 66.202 nuove imprese da parte di under 35; le imprese create da stranieri arrivano a quota 32 mila, mentre sono 14.300 le nuove imprese create da donne. Si tratta, in particolare, di società di capitali e cooperative, mentre sono in diminuzione le imprese individuali e società di persone.

Per quanto riguarda i settori, resistono e aumentano le attività di supporto alle imprese, (+ 5.837), con un incremento dell’8,7 per cento rispetto al 2014, con punte del 10,4 per cento al nord-ovest e del 10,3 per cento al centro. Sono cresciute anche le nuove imprese nel settore della ristorazione (+ 9.235 imprese) e in quello del commercio al dettaglio (+ 7.313) .

Buoni risultati anche nel settore dei servizi per edifici e paesaggio, cresciuto del 4,1 per cento soprattutto al sud; stesso tasso di crescita anche per le attività di servizi di alloggio, in particolare nelle regioni del centro.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, il Nordest ritorna a crescere dopo 4 anni; il Lazio si attesta come regione più dinamica con un tasso di crescita dell’1,7 per cento.

Male la Basilicata che è l’unica regione, rispetto alle altre, che fa peggio del 2014, incluse quelle che anche nel 2015 continuano a registrare saldi formalmente negativi, ma statisticamente irrilevanti: Marche, Piemonte, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia.

Infine, si registra un aumento delle società di capitali pari a 55.904 unità, cioè il 3,8 per cento in più rispetto al 2014.

Quella della società dei capitali sembrerebbe essere la soluzione imprenditoriale preferita, sia perché gli imprenditori possono intercettare gli incentivi pubblici a favore delle start up che puntano sull’innovazione, sia per la possibilità di attrarre nuovi investitori e garantire così un percorso di business più “robusto” e “strutturato”. Una soluzione favorita anche nel 2016, grazie all'introduzione del nuovo regime forfettario agevolato. Inoltre, dal 13 gennaio, ripartono gli incentivi per lacreazione di nuove imprese.