La Telecom ha deciso dal 1°aprile di cambiare le condizioni commerciali per rendere remunerativo anche il segmento di mercato relativo a chi ha una rete fissa. Il costo di ogni telefonata raddoppierà da 10 a 20 centesimi al minuto con scatto alla risposta di altri 20 centesimi, che ricordiamo era stato tolto a novembre 2014. Da tale decisione saranno interessate oltre 700mila famiglie su un totale di 17 milioni di clienti Telecom Italia, recentemente passati sotto la gestione del marchio Tim. Si tratta di tutti coloro che non hanno aderito all’offerta ‘tutto compreso’ che l’azienda propone a 29 euro al mese e che utilizzano poco il telefono.

Il Codice delle Comunicazioni per tale tipologia di utenti prevede che debba essere assicurato il servizio telefonico sempre a costi accessibili. Ma la Telecom sembra ignorare tale statuizione visto che già l’anno scorso era stata già multata dall’Agcom per aver fatto forzatamente trasferire un enorme numero di utenti dalla tariffa a consumo a quella forfettaria, più esosa.

Tutele e diritto di difesa del consumatore

La Telecom Italia, sempre l’anno scorso è stata multata dall’Agcom perché non ha riconosciuto 32 milioni di euro quali oneri ingiustificati a fronte di un livello di qualità del servizio non proporzionato ai costi sostenuti dagli utenti per la fruizione dello stesso. Tali oneri che dovrebbero essere recuperati attraverso una ripartizione di questi costi fra tutte le imprese “concorrenti” ma invece vengono posti sugli utenti delle fasce più basse.

Dopo tale rincaro, gli utenti che consumano poco per evitare l’aumento delle tariffe possono formalizzare il recesso, entro il 30 marzo, con raccomandata A/R, anche in caso di passaggio ad altro operatore. A tutti gli altri clienti che non volessero sottoporsi a tale aumento mensile minimo viene invece offerta l’opportunità di passare a tariffe flat.

L’utente telefonico inoltre, se la Telecom Italia dopo il recesso dovesse comunque proseguire il contratto, o effettuasse un addebito costi di disattivazione o di penali, dovrà contestare l’accaduto con raccomandata A/R o P.E.C di messa in mora indirizzata alla stessa Telecom.

Chiarimenti sulla normativa sulle Condizioni Generali di contratto

Rimarrà comunque invariato il canone mensile di 18,54 euro e la tariffazione a scatti anticipati di 60 secondi. E’ previsto inoltre che la comunicazione da parte della Telecom sulle modifiche contrattuali debba avvenire con almeno 30 giorni di anticipo. Qualora quindi sia stata ricevuta dopo anche oltre 2 marzo, o non sia stata ricevuta affatto, occorre fare subito una segnalazione all’Agcom. L’Agcom circa le modalità con le quali informare sulle condizioni generali di contratto ha sottolineato che tale comunicazione di modifica deve essere separata dalle altre comunicazioni commerciali, con un esplicita indicazione del diritto di recedere dal contratto.

Infine, tale comunicazione deve essere indicata sulla homepage del sito Internet Telecom, anche se finora non appare nulla. Dopo l’inoltro di tale comunicazione della variazione delle condizioni contrattuali infatti l’utente può come sopra enunciato recedere senza il pagamento di alcuna penalità. Viceversa qualora il recesso non viene effettuato, il contratto prosegue alle nuove condizioni. Per altre informazioni utili potete premere il tasto Segui accanto al mio nome.