Arrivano finalmente buone notizie per l’economia del Sud Italia: dopo 7 anni di cali ininterrotti, nel 2015 il PIL del Mezzogiorno ha registrato un aumento in linea con il dato nazionale. Al Nord-Est l’aumento è stato dello 0,8%; al Centro si è registrata l’impennata più ‘timida’: solo +0,2%; mentre sia al Sud che al Nord-Ovest il PIL è aumentato dell’1%.
Exploit del settore agricolo
Uno dei contributi più significativi a questo ‘boom’ proviene dal settore agricolo, dove l’aumento registrato è stato addirittura del 7,3%. Bene anche il comparto commerciale, quello degli esercizi pubblici, dei trasporti e delle telecomunicazioni (2,6%).
In crescita (seppur più sostenuta) anche il settore delle costruzioni (+1,4%). L’industria rimane stabile (variazione quasi nulla rispetto al 2014), mentre i servizi finanziari, immobiliari e professionali nella parte meridionale del nostro paese registrano un lievissimo calo (-0,6%).
Aumentano anche gli occupati al Sud, male il Nord-Est
Una conseguenza dell’aumento del PIL è l’aumento dell’occupazione. Anche in questo caso, i dati del Mezzogiorno sono sopra la media nazionale. Nel 2015, infatti, in Italia si è registrato un aumento generale dello 0,6% per quanto riguarda gli occupati. Al Sud l’aumento è stato più che doppio rispetto alla media nazionale: +1,5%. I settori economici che hanno dato lavoro a più persone sono stati quelli del commercio, degli esercizi pubblici, dei trasporti e delle telecomunicazioni.
Al Nord-Est, dove si è registrato un calo dello 0,5% dell’occupazione, il risultato negativo è spiegabile con il ‘mini crollo’ registrato nel settore delle costruzioni (-4,2%), oltre che dei trasporti e delle telecomunicazioni (-2,6%).
L’Inps ha inoltre fatto sapere che i lavoratori domestici in generale in Italia sono diminuiti, ma allo stesso tempo si è registrato un aumento colf e badanti di nazionalità italiana.
Questi ultimi sono aumentati del 4,23% rispetto al 2014, mentre quelli stranieri sono diminuiti del 4,16% sempre su base annua. Un’economia italiana che fa quindi registrare dati contrastanti e che, per l’anno corrente, fa ben sperare gli abitanti della parte meridionale della nostra penisola: se nel 2016 si registrassero dati simili (o migliori) di quelli del 2015, allora si potrà effettivamente parlare di quel ‘rilancio economico del Mezzogiorno’ di cui molti politici (De Luca e Renzi in primis) hanno riferito abbondantemente negli ultimi mesi.