Una rete strutturata e che funziona al servizio delle PMI italiane. È quella delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) che terrà la sua 25° Convention mondiale a Riva del Garda, dal 22 al 25 ottobre. Un’occasione che vede i delegati di 78 Camere estere incontrarsi e confrontarsi con imprenditori, associazioni e rappresentanti delle Istituzioni sui temidell'internazionalizzazione e riguardo al supporto dato dal Sistema camerale nel percorso di crescita delle aziende italiane al di fuori dei confini nazionali. “Nel Parlamento italiano – afferma l’on.

Laura Garavini - siamo consapevoli del ruolo che svolgono le CCIE per sostenere l’imprenditoria sui mercati internazionali. In particolare come parlamentare eletta all’estero, insieme ad altri colleghi che conoscono le CCIE, abbiamo lavorato in questi anni per far comprendere meglio l’utilità per l’Italia delle comunità di affari raccolte presso le CCIE e che rappresentano un asset importante per il nostro Paese”.

Per il sen. Francesco Giacobbe le Camere italiane all'estero sono una formidabile piattaforma di servizio per l'internazionalizzazione delle imprese e possono svolgere un’azione integrativa dell'attività di promozione pubblica intervenendo con specifici progetti. “In sede di X Commissione industria del Senato – argomenta Giacobbe - abbiamo trovato di grande interesse l'azione delle CCIE di integrazione con le comunità di affari, ma anche la capacità di collaborazione con altre reti, in primo luogo con quella dei commercialisti.

L'auspicio è che il Governo possa ampliare i ventaglio dei progetti di cui sono destinatarie le CCIE”.

L’azione delle CCIE ha reso possibile realizzare iniziative specifiche per la conoscenza dei prodotti agroalimentari autentici italiani su specifici mercati del mondo. “Grazie al loro radicamento nei territori esteri e al forte collegamento con la rete della ristorazione italiana nel mondo – conferma l’on Colomba Mongiello – si è realizzato un progetto che punta a tutelare le nostre produzioni dalla minaccia dell’Italian sounding con un approccio positivo, e non meramente difensivo, più adeguato a far comprendere le caratteristiche uniche delle nostre produzioni.

In Parlamento abbiamo ritenuto di affidare al sistema camerale questo ruolo e siamo contenti della scelta fatta, di cui stiamo vedendo i risultati”.

Per realizzare progetti di internazionalizzazione, le CCIE reperiscono risorse finanziarie in gran parte sul mercato. Quest’anno lo Stato italiano erogherà un cofinanziamento di circa il 12% delle spese sostenute per la realizzazione delle attività progettuali relative l’anno 2015.

Si tratta di un cofinanziamento che si configura come un investimento dal forte effetto moltiplicativo perché, grazie al meccanismo di intervento del mercato e alla capacità di mobilitare anche risorse di altri paesi e di altre fonti, produce un volume di attività di nove volte superiore al contributo pubblico.

“La business community italiana nel mondo rappresenta una ricchezza per il nostro Paese – conclude l’on. Marco Fedi - e va adeguatamente valorizzata e sostenuta in una fase in cui l’Italia sta svolgendo un rinnovato ruolo a livello internazionale. Le CCIE sono chiamate a svolgere un ruoloimportante e per questo, anche con diversi colleghi in Parlamento, mi sono impegnato a lavorare in concreto perché questo impegno fosse riconosciuto.

In una fase di profondi cambiamenti è però importante che anche le CCIE – come hanno già cominciato a fare – diano nuovi segnali, rendendosi protagoniste di un ulteriore passo avanti sulla strada dell’efficienza e del rinnovamento delle strutture”.