In Italia i costi per i Conti correnti sono cresciuti di più che negli altri paesi europei. E’ quanto è emerso dall’analisi effettuata dal centro studi della Cgia di Mestre, che ha preso in considerazione il periodo 2008-2015. Un’impennata dei costi di ben venti punti percentuali in Italia negli ultimi sette anni. Un’enormità, se paragonata alla crescita dei costi negli altri paesi europei: 11,5% in Gran Bretagna, 11,1% in Francia, 6,5% in Spagna.
I costi per i conti correnti crollati addirittura del 27% e del 7% in Olanda
Non solo, in altri paesi vi è stata perfino una riduzione, come in Germania(-4,6%), in Belgio(-7%) e nei Paesi Bassi, dove i costi per i servizi bancari sono crollati addirittura del 27%.
Nel periodo preso in esame(2008-2015) il maggior incasso delle banche italiane, dovuto alle commissioni per servizi bancari, è stato pari a ben 4,9 miliardi di euro. Nel solo 2005, le commissioni delle banche italiane rappresentavano il 36,5% dei ricavi totali. Un'incidenza pesantissima se accostata al 17% dei Paesi Bassi. Un dato che deve far riflettere.
Ridotto dalle banche italiane impieghi e prestiti per puntare sulle commissioni
Le banche italiane molto probabilmente hanno deciso di ridurre gli impieghi e i prestiti, considerati oggi forse troppo rischiosi visto anche il numero di sofferenze, e di puntare proprio sulle commissioni per aumentare i loro ricavi in maniera sicura. Una situazione che, però, non si lega con la reale necessità di famigli ed imprese di accedere al credito, ma soprattutto un’impostazione che ancora una volta penalizza i clienti italiani, costretti a pagare le commissioni più alte d’Europa.
Un’Europa che interviene quasi su tutto, a volte in modo non condivisibile, ma che ad oggi non ha ancora affrontata la questione dei costi dei servizi bancari. Servirebbe, infatti, un’armonizzazione verso il basso dei costi delle commissione bancari. Ci piacerebbe pagare quanto si paga nei Paesi Bassi, anche se probabilmente ci si potrebbe accontentare anche di quanto avviene in Germania.