La questione stranieri, nel nostro paese, rimane sempre calda ma questa volta, il Rapporto caritas povertà 2016, ci mostra uno scenario ben diverso. Nel Mezzogiorno sono soprattutto gli italiani che chiedono aiuto ai centri di ascolto della Caritas superando, per la prima volta, gli stranieri. Ebbene si al Sud la percentuale dei connazionali che si è rivolta alla Caritas, nel 2015, è salita al 66,6% rispetto al 57,2 % di media a livello nazionale.

La crisi e le sue vittime

La Caritas ha spiegato che la crisi degli anni scorsi ha colpito soprattutto chi si trovava già in una situazione disagiata e la povertà assoluta si è radicata maggiormente in quegli strati della popolazione che ne erano stati già colpiti negli anni precedenti.

Si fa riferimento in particolare proprio al Meridione e a tutte quelle famiglie che ospitano in casa degli anziani, quelle che ospitano nel proprio nucleo almeno 3 minori o con disoccupati. Allo stesso tempo però la povertà assoluta ha colpito anche quelle categorie che prima erano considerata meno vulnerabili, spostandosi anche geograficamente al centro-nord e tirando in ballo anche quei nuclei famigliari piccoli o giovani, nonostante siano occupati. Il risultato è che la povertà oggi tocca l’intera società italiana, chi più chi meno senza poter più parlare di determinate zone e categorie a cui è circoscritta.

Le motivazioni

Crisi, povertà e disoccupazione dunque sono i fantasmi della società contemporanea così che, spesso, anche i nostri connazionali sono costretti a chiedere aiuto.

I bisogni che spingono a ciò sono per lo più materiali: il 76,9% lo fa per questioni economiche e il 57,2 % per disagio occupazionale. Non da meno i problemi abitativi (25,0%) e familiari (13,0%). Senza poi contare i casi, sempre più frequenti, in cui si accumulano due o più ambiti problematici. Secondo il rapporto Caritas, infatti, dall'inizio della crisi ad oggi, il numero di chi non possiede le risorse economiche necessarie per vivere in modo dignitoso è aumentato vertiginosamente rispetto al 2007 avendo un’impennata vorticosa che, nel 2015, ha superato i 4,5 milioni di persone passando così dal 3,1% del 2007 al 7,6% dell’anno passato.

Altro cambiamento, per il 2015, quello delle categorie più indigenti. Gli anziani, infatti, lasciano il posto ai giovani, perché oggi la povertà assoluta diminuisce con l’aumentare dell’età. Viene perciò ad essere scalfino anche il vecchio modello italiano di povertà che vedeva gli anziani tra i più bisognosi.

Nel dettaglio: parità tra uomini e donne

Inversione di tendenza, secondo il rapporto Caritas, anche per il genere. Il 2015 segna, per la prima volta, una rivincita per le donne: i dati, infatti, registrano una sostanziale parità tra uomini (49,9%) e donne (50,1%) rispetto a chi si è rivolto ai centri Caritas. L’età media, invece, è di 44 anni. A prevalere le persone coniugate rispetto a quelle celibi o nubili. Anche il titolo di studio influisce in questa istantanea del nostro paese e pare che chi sia laureato non abbia sentito il bisogno di rivolgersi alla Caritas per questioni di ascolto o accompagnamento.

I profughi

Certamente ci sono anche i profughi e richiedenti asilo tra coloro che si sono rivolti alla Caritas nel 2015.

Sono 7.770 per la precisione. Si tratta soprattutto di uomini tra i 18 e i 34 anni, spesso analfabeti o con scolarità bassa. La necessità maggiore per loro è la mancanza di una casa o di inadeguatezza abitativa. Le principali richieste di aiuto, in un primo momento, sono soprattutto quelle di avere un pasto caldo, dei vestiti puliti e un’igiene delle persona. La questione alloggio, per loro, passa in secondo piano.