E' vero boom per il mercato della frutta secca. Acquisti natalizi, ma anche preparazioni dolciarie, happy-hour e tanta voglia di rompere l'appetito durante determinate fasce del giorno. Probabilmente nessuno se lo sarebbe mai aspettato, e invece il tutto è confermato dalla Nucis Italia, associazione delle più importanti aziende del settore, nonché dagli ultimi dati targati IRI Infoscan Census, riferiti all'inizio del terzo trimestre 2016. Dati che rilevano vendite pari addirittura a circa 626 milioni di euro, ovvero il +9,5% rispetto al precendente) a valore e quasi 53.000 tonnellate (+4,5%) a volume

Un mercato in espansione

Trend e performance del mercato della frutta secca. Si tratta di un trend senz'altro positivo e brillante, che in pratica rispecchia l'affermarsi di modalità e occasioni di consumo del tutto innovative, forse inaspettate.

E dire che il consumo medio pro capite, attestato nel Bel Paese su 1,5 kilogrammi totali, è inferiore alla media dell'Unione Europea. Il momento è d'oro, non c'è ombra di dubbio, ciò è anche legato al fatto che la popolazione italiana è sempre più attenta ai concetti di benessere e salute. Secondo i recenti dati dell'istituto IRI, i segmenti con maggiori performance sono la frutta sgusciata (le mandorle sugli scudi, con una crescita netta di quasi il 17% a valore), la frutta essiccata, i pistacchi e le prugne denocc.

L'assortimento medio di frutta secca

Nei punti vendita di tipo tradizionale, l'assortimento medio è composto da quasi 140 prodotti, che salgono a circa 200 nel canale strettamente riservato agli ipermercati.

Secondo recenti stime diffuse dagli esperti del settore, a primeggiare con cifre vicinissime al 40% è il famoso aperitivo/happy-hour, momento conviviale estremamente importante per i giovani che si conciano con un look magari attraente, ma si 'abbuffano' di mandorle, pistacchi e semi-tostati. Segue l'utilizzo in cucina come ingrediente naturale (30%): dominano a tale proposito pinoli, nocciole, uva sultanina.

Ebbene, la destagionalizzazione è un trend praticamente consolidato, con più del 20% le festività di fine anno si confermano un periodo di consumo importante per quello che riguarda, in particolar modo, tipologie particolari di noci in guscio, fichi e datteri.