Capire l’andamento dell’economia nazionale e mondiale non è facile, esporsi con sondaggi ancora meno, ma il quadro realizzato dall’Ufficio studi di Confcommercio diretto da Mariano Bella sui consumi di dicembre per famiglia, grazie all’arrivo delle tredicesime, ci dice che sotto l’albero troveremo meno regali. Le famiglie italiane, infatti, a fronte di una disponibilità economica maggiore rispetto allo scorso anno, verosimilmente destineranno meno denaro ai regali natalizi, preferendo utilizzare la liquidità per mettere a posto i conti. Dicembre quindi diventa sempre più il mese del recupero.

Per invertire il trend, ha detto Mariano Bella nel corso della consueta conferenza stampa a ridosso delle festività, si rende sempre più necessario il taglio delle aliquote Irpef. In soldoni, il reddito aggiuntivo, grazie al taglio della Tasi, vale quest’anno complessivamente 34 miliardi (31.1 miliardi nel 2015). Rispetto allo scorso anno però le famiglie italiane risparmieranno quasi 4 miliardi (12,2 mld contro gli 8,3 mld del 2015). La quota pro capite da destinare ai regali rimane pressoché la stessa (circa 164 euro) ma, rispetto al passato, si spenderà di più per beni durevoli, alimentari e viaggi.

Sangalli ‘Fiducia pericolosamente decrescente. Tagliare Irpef’

Il presidente di confcommercio, Carlo Sangalli, a margine della conferenza stampa che ha illustrato l’andamento dei consumi in vista del Natale ha spiegato le proprie preoccupazioni per le motivazioni che spingono le famiglie a risparmiare.

‘Le famiglie italiane avranno un po’ più di reddito disponibile, anche per effetto dell’abolizione della Tasi sulla prima casa. E’ quindi lecito attendersi un incremento degli acquisti, non tanto per i regali in senso stretto, la cui spesa dovrebbe essere però in linea con quella l’anno scorso, quanto piuttosto per le spese per la casa, per gli alimentari da ricorrenza e per le vacanze.

Tuttavia la vitalità dei consumi fino ad oggi incerta e discontinua anche a dicembre sarà condizionata da un clima di fiducia pericolosamente decrescente che potrebbe portare le famiglie a risparmiare anziché consumare'. Inoltre - ha sottolineato Sangalli- gli scenari interni e internazionali presentano ombre e rischi di vario genere.

Tutto ciò - ha concluso il numero uno di Confcommercio- rende ancora più pressante la necessità di una riforma fiscale che punti con coraggio e determinazione al taglio generalizzato delle aliquote Irpef'.