Il dato è clamoroso. Ogni anno le imprese perdono circa 26,5 miliardi di euro a causa dell’illegalità. È quanto emerso dalla ricerca dell’Osservatorio di confcommercio, diretto da Mariano Bella, presentata a Roma nel corso della giornata "Legalità. Mi piace!", alla presenza, tra gli altri, del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, del ministro dell’Interno Angelino Alfano e della presidente della commissione antimafia Rosy Bindi.

Secondo lo studio, le voci che incidono maggiormente sul pesante saldo negativo sono le perdite di fatturato e costi per ferimenti, assicurazioni e spese per i sistemi di difesa.

Sempre in base ai dati forniti dalla ricerca, gli imprenditori percepiscono maggiormente alcuni fenomeni quali l’abusivismo (51%), i furti (47%), la contraffazione (44%) e le rapine (37%). Sono in calo usura ed estorsioni, anche se l’86% del mondo imprenditoriale reputa inefficaci le leggi che contrastano i fenomeni criminali. Rispetto allo scorso anno, più di un imprenditore su quattro percepisce un peggioramento nei livelli di sicurezza per la propria attività.

Sangalli: "denunciare si deve, si può e conviene"

Proprio sull'allarme sicurezza lanciato dagli imprenditori, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, a margine della giornata della legalità è intervenuto per invitare esplicitamente i colleghi a denunciare il malcostume, reputando tale mezzo l’unico in grado di arginare e sconfiggere il fenomeno.

"L’illegalità vanifica l’impegno di tanti imprenditori, ne distrugge la fiducia, la voglia di fare impresa e di rischiare. Per questo noi continuiamo a dire che si deve denunciare, perché si può e conviene. Denunciare è un dovere morale e giuridico, non si è soli davanti alle minacce della criminalità, e conviene perché sottrarsi alla morsa delinquenziale significa costruire sviluppo per la propria azienda e quindi per l’intera collettività.

Chiediamo al governo e alle istituzioni fermezza e determinazione contro ogni forma di illegalità, sostenendo l’azione fondamentale delle forze dell’ordine e della magistratura attraverso un forte impegno preventivo e repressivo, con controlli serrati e pene certe".