Cresce il popolo delle partite Iva.Questo emerge da una ricerca presentata durante l'iniziativa del 12 ottobre "Competitività e crescita: il ruolo delle professioni nel terziario", organizzata da Confcommercio. Dal 2009 al 2014, periodo di recessione-stagnazione, le attività di Lavoro autonomo, cosiddette non ordinistiche, sono aumentate del 48,8%. Parliamo di attività svolte da oltre 300mila professionisti (1,5% degli occupati) con una retribuzioneancora bassa, non a livello dei lavoratori dipendenti e delle professioni ordinistiche.

I dati della ricerca

  • Il reddito reale di ogni italiano è tornato sui livelli del 1997: indietro di 20 anni.
  • In Italia il ritmo di crescita dal 1960 al 2015 è stato di 64mila occupati l'anno, in Francia e Gran Bretagna oltre il doppio. Negli Stati Uniti quasi 1,5 milioni.
  • Negli ultimi 50 anni la quota di occupazione nei servizi è più che raddoppiata, toccando il 73%
  • Nel periodo 2009-2014, rispetto a un'occupazione generale al -3,5%, le professioni non ordinistiche hanno una variazione positiva del +48,8%.
  • I professionisti non ordinistici sono gli unici occupati che nel corso della recessione-stagnazione hanno incrementato il reddito prodotto in misura significativa (+15,6%)
  • Il reddito prodotto dalle professioni non ordinistiche è di circa 16mila euro pro capite, mentre per i lavoratori dipendenti 28mila euro e per le professioni ordinistiche 46mila euro.
  • Nei servizi si colloca il 99% delle professioni non ordinistiche.

Le proposte di Confcommercio

Confcommercio ha dichiarato di aver accolto con favore il DDL sul lavoro autonomo professionale che tenta di costruire un quadro regolatorio generale.

Critici invece sull'approccio generalista che non distingue rispetto alle esigenze di ciascuna categoria. Sul piano fiscale, le proposte sul tavolo sono quelle di definire in modo inequivocabile le caratteristiche dei lavori autonomi che sono esclusi dal pagamento dell'Irap per l'assenza dell'autonoma organizzazione. Operare un ulteriore adeguamento della deduzione Irap attualmente spettante ai lavoratori autonomi, elevando l'importo ora riconosciuto di 13mila euro all'importo di 20mila euro.

Inoltre si chiede di abbandonare completamente gli studi di settore come strumento di accertamento e valorizzazione nonché individuare strumenti in grado di favorire l'accesso al credito. Per concludere è stata messa sotto accusa l'aliquota contributiva che i professionisti devono versare alla Gestione separata Inps. Aliquota che negli ultimi anni è salita e raggiungerà il 33% nel 2018.

Taglio Irpef e aumento dell'Iva

"Sul Def non nascondiamo un pizzico di delusione, per l'intenzione del governo di rinviare il taglio dell'Irpef al 2018 - ha dichiarato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli -perché di questa misura ne avrebbero beneficiato tutti i contribuenti in regola senza distinzione alcuna. Per un paese più inclusivo e più giusto, più dinamico e più equo".

Presa di posizione anche sulle clausole di salvaguardia: "L'aumento dell'Iva sarebbe una vera e propria mazzata per i consumi, un boomerang che ricadrebbe sulla testa di tutti e per di più in modo regressivo penalizzando soprattutto le famiglie più povere".