La politica antieuropeista di Marine Le Pen, spaventa l'Europa. Infatti le intenzioni della leader del Front National, candidata alle prossime elezioni presidenziali in Francia, sono l'uscita dall'Unione Europea, dall'euro e dalla Nato. E quindi tra aprile e maggio, nel caso dovesse vincere, sarà indetto anche in Francia un nuovo referendum, l'equivalente della Brexit, così come lo è stato l'anno scorso per la Gran Bretagna.

Una probabile Frexit

Una probabile Frexit, cioè l'uscita della Francia dall'Unione Europea e dall'euro, allarma l'establishment del vecchio Continente e anche i mercati finanziari e genera attenzione sui titoli di Stato, soprattutto nella stessa Francia, dove il differenziale (SPREAD) con il bund tedesco, raggiunge quota 76 punti base.

Più 21% in un sol giorno e mai così alto da 4 anni a questa parte.

Effetto collaterale per noi doloroso, lo spread italiano, balza in avanti di 20 punti, e chiude a 199, dopo aver toccato quota a 201. Livello che non raggiungeva dal febbraio 2014 e che impone allo Stato di pagare interessi più alti, pari a 2,35% sul debito pubblico. A Milano, Piazza Affari chiude a meno 2,21%, ancora una volta è la peggiore. Ma perdono anche Francoforte, Parigi, Londra e Madrid, giornata nera, anzi in rosso per tutti, dunque.

A condizionare la chiusura negativa del listino di Milano oggi sono stati anche altri elementi. L'incertezza della stabilità di Governo, la prospettiva del voto anticipato e le trattative in corso con l'Unione Europea sull'aggiustamento dei nostri conti pubblici che, per Bruxelles, è inesorabile.

Pena l'apertura di una procedura di infrazione per debito eccessivo.

Effetto Unicredit

E poi loro, le immancabili banche. Proprio nel giorno del maxi aumento del capitale sociale di 13 miliardi di euro da parte di Unicredit, il più grande della Borsa della storia italiana, il gruppo guidato dall'Amministratore Delegato francese, Jean Pierre Mustier, ha chiuso, lasciando sul terreno, il 6,86%. Un crollo, che ha trascinato molte delle altre banche.