berlusconi, premier nel 2011, era attaccato dai poteri forti di mezzo mondo e l'establishment internazionale, quello che frequenta i salotti buoni, è radical-chic e compra tutto con la carta di credito, pagata dai padroni dei grandi centri della finanza, ha vinto su tutta la linea. Parola diLuca Ricolfi. Ricolfi è un serissimo sociologo appassionato di statistica, che lavora su numeri e scenari. In una recente intervista si è occupato, ancora una volta diBerlusconi.

L'Italia di Berlusconi: anno 2011

Si stava meglio, quando si stava peggio: così, Ricolfi.

Le chiacchiere stanno a zero: nel 2011, rispetto a oggi, quasi ce la spassavamo. Lo spread? Fuffa, più o meno. In bilico la prospettiva di crescita, poi arriva Monti, il pifferaio magico degli spread, e incarta tutto con un foglio di giornale tedesco e tasse alle stelle. Zero crescita. Berlusconi impresentabile? Altra bufala. Grandi manovre orchestrate per abbattere l'unica voce fuori dal coro nella UE.

I conti pubblici? Il rapporto debito-Pil? I primi, mai "aggiustati", il secondo, cresciuto a dismisura, a fronte di un Paese che se la vede con la svalutazione del mercato immobiliare di qualcosa come 2000 miliardi, grazie all'Imu.

Male già prima del 2016

Anno 2014. L'economista Francesco Forte: il rapporto debito-Pil era il 118%, arrivato al 134%; la pressione fiscale viaggia sul 44,5%, escluse le addizionali regionali.

I prelievi sui profitti al 64,8%, fonte: Sole24Ore. Siamo già in era renziana. Aumento della tassazione finanziaria, in un Paese in cui risparmi e investimenti hanno creato il tessuto socioeconomico: aumenti dal 20% al 26%. Già ai tempi di Berlusconi c'era il Paese dei risparmiatori in rivolta per le tasse. oggi dovrebbero arrivare ai forconi.

Ultima fonte, superautorevole: l'Istat. Andiamo a vedere le lacrime e il sangue degli italiani, il tasso di disoccupazione: ecco il dato, secco e chiaro: nel 2011: tasso all'8,4% in media. Anno 2016: 11,4%. Se inseriamo la variabile disoccupazione giovanile: 2011, 29,9%; 2016: 39%.

Last but not least, il sito uk.businessinsider.com, nel quale si sosteneva, già mesi fa, che l'Italia renziana non era come la Grecia...no, infatti...era...worse, peggio.

Renzi nel 2016

Cosa fa, a questo punto, Matteo Renzi? Renzichiude l'anno, di fatto, bevendo champagne alla Casa Bianca con i coniugi Obama. Portandosi dietro il comico Benigni, forse aveva già previsto quel certo tono che fa la musica: le stesse élites, che ieri hanno celebrato il comico a casa loro, oggi lo ricevono con tutti gli onori. Ilde profundisdella sinistra di "Berlinguer ti voglio bene" si vede anche da questo. No comment.

Il2016a casa nostra è di tutt'altro segno, ma che importa? Conoscete la famosa frase del Marchese del Grillo: "Io sono io e voi non siete un c...". Dopo mezzo secolo di sinistra, anche al potere, e comunque sempre dominante nella società, e con i sindacati che sono diventati una potenza, abbiamo un mercato del lavoro da terzo mondo, la sanità allo sfascio, i conti pubblici in vertiginoso rialzo, una burocrazia diventata come quella di quei Paesi che ieri sfottevamo per la corruzione, oggi li abbiamo superati, con gli interessi, etc.

Da Obama a Putin e ritorno

Sarebbe davvero interessante sapere cosa pensano degli happening americani di Renzi gli imprenditori, la vera working class italiana, oggi, attaccati alle liane, come Tarzan, per accaparrarsi ogni giorno un fazzoletto di mercato, soprattutto in Russia. Putin dice da tempo di non portare nessun rancore per le sanzioni economiche alla Russia, ma rimane il fatto che la vecchia punta di diamante per la nostra economia - 60 milioni di fatturato al giorno -, anche nel 2011, in sella ancora Berlusconi, è oggi un miraggio o perlomeno una corsa ad ostacoli, sempre più duri da superare.

Il ritorno è quello di Renzi a Palazzo Chigi, dopo la kermesse sopra descritta, con un'Italia che, rispetto a quella del 2011, sta assai peggio. Di post-politica si può soltanto morire.