Il Financial Times, il principale giornale economico-finanziario del Regno Unito, in un lungo articolo scrive che le diplomazie europee non sono più convinte che l'integrazione sia un processo irreversibile. Inoltre, secondo la testata anglosassone, l'aumento dei dubbi sulla stabilità della cooperazione con gli Usa in materia di sicurezza conduce alla previsione di scenari alternativi, in un momento nel quale gli squilibri dell'Unione creano problemi al mondo intero.
A sostegno di questa tesi il quotidiano cita sia il Libro bianco del presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker sia un report di MacroGeo, una società di consulenza presieduta da Carlo De Benedetti.
Il documento di Juncker
Il documento di Juncker, sottolinea il Financial Times, è molto vago nel delineare il futuro della UE poiché ipotizza 5 possibili scenari futuri, segno che, nonostante l'ottimismo di facciata, i burocrati di Bruxelles sono seriamente preoccupati.
Il Libro bianco ipotizza un primo scenario nel quale in futuro non si registrerebbe nessuna novità rispetto alla situazione attuale e un secondo nel quale i membri della Ue si concentrerebbero solo sugli aspetti relativi al mercato unico; una terza prospettiva è quella dell'Europa a due velocità, nella quale chi avesse voglia potrebbe procedere a una maggiore integrazione in alcuni settori come la difesa, la sicurezza interna e le questioni sociali; gli ultimi due scenari sono uno nel quale l’Europa farebbe meno cose in maniera più efficiente e l'ultimo un panorama nel quale gli Stati membri decidessero di condividere poteri, risorse e decisioni in tutti i settori.
Il report di MacroGeo
Il report di MacroGeo parte dalla premessa che i difetti strutturali del sistema della moneta unica europea non consentono di dare risposte adeguate alle tante emergenze che si sono presentate negli ultimi anni: l'immigrazione clandestina, Stati vicino al fallimento, terrorismo, cambiamenti climatici, atteggiamento di rivalsa russo.
Il disimpegno degli Stati Uniti dalle vicende europee non significherebbe, scrivono gli analisti, che in automatico la Germania diventerebbe la potenza di riferimento del Continente, perché gli eventi del Ventesimo secolo fanno sì che nessuno, tedeschi compresi, voglia che essa la diventi il soggetto militare dominante in Europa.
Gli analisti di MacroGeo scrivono che non necessariamente, a una eventuale disgregazione dell'Unione Europea, dovrebbe seguire un caos ingovernabile, ma pensano che possa formarsi un nucleo geo-economico intorno alla Germania, nucleo costituito dai Paesi che con essa abbiano rapporti di natura economica e culture fiscali e monetarie omogenee alla sua.
Un passo dell'analisi è sorprendente perché si legge che se l'Italia dovesse dividersi, il Nord potrebbe unirsi a Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e ad alcuni Paesi scandinavi in questo nuovo soggetto.