Le sorti del delicato piano di rilancio del Monte dei Paschi di Siena, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, sembrano dipendere dal "braccio di ferro" in corso tra la BCE e la Commissione Europea.
Il significativo incremento nelle dimensioni dell'aumento di capitale per mps, arrivato a 8 miliardi nell'ultima richiesta di dicembre, sarebbe stato oggetto di richieste di chiarimento da parte della direzione generale sulla concorrenza, preoccupata in merito alla solvibilità in prospettiva dell'istituto e dalla possibilità che fondi di origine governativa possano essere utilizzati per coprire delle perdite, in aperta violazione della normativa sugli aiuti di stato.
Nodo determinante, della delicata valutazione del piano, sarà costituto dalle modalità scelte per affrontare l'ingente stock di crediti non performing (NPL) che secondo indiscrezioni pubblicate da Bloomberg potrebbero essere dismessi in blocco e in tempi rapidi.
Lo scambio di lettere tra BCE e UE
Secondo le fonti consultate dal Sole, le missive inviate dalla DG concorrenza avrebbero chiesto alla vigilanza BCE approfonditi dettagli su numerosi aspetti contabili e patrimoniali alla base del calcolo che ha portato alla quantificazione degli 8 miliardi richiesti. La risposta della struttura guidata da Danièle Nouy sarebbe arrivata in tempi brevi e avrebbe indicato tutti gli estremi per rassicurare la UE sul rispetto delle normative comunitarie, in particolare in merito alla direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive) che disciplina le fasi di gestione ordinata della fase di risoluzione degli istituti bancari insolventi.
Superata la fase di chiarimento iniziale tra le due istituzioni, la dialettica si è trasferita sul nuovo business plan che dovrebbe nelle linee generali ricalcare la struttura del piano di mercato presentato lo scorso anno, che aveva come obbiettivo al 2019 un cost/income ratio del 54,5% raggiunto con la riduzione di 500 filiali e circa 2600 uscite anticipate.
Accelera la cessione NPL
In particolare l'attenzione di Bruxelles si starebbe concentrando sulla verifica del piano di dismissione dei NPL che, secondo quanto riportato da Bloomberg potrebbe venire accelerato e prevedere il trasferimento in blocco di tutto lo stock. Su quest'ultimo punto, il focus della Commissione UE riguarda la verifica che i fondi di provenienza pubblica non vengano utilizzati per la copertura di perdite certe e prevedibili derivanti dalle rettifiche sui crediti.
Una volta raggiunta l'approvazione del nuovo piano industriale da parte della BCE, saranno noti i limiti entro i quali MPS potrà dismettere i propri NPL senza che la perdita risultante ne comprometta i requisiti minimi di capitale. A quel punto, secondo le indiscrezioni, il processo di vendita potrebbe avvenire in tempi molto rapidi e, a questo proposito, il management starebbe sondando la disponibilità dei principali operatori del mercato.