Nei giorni scorsi l'Istat ha pubblicato i risultati del bilancio demografico italiano riferito all'anno 2016 e, purtroppo, i dati emersi sono allarmanti. In pratica le nascite sono calate moltissimo ed hanno raggiunto i minimi storici, l'anno scorso infatti sono nati solamente 474 mila bambini, ben 12 mila in meno rispetto al 2015. Sicuramente una delle cause principali di questo calo è la crisi con tutto ciò che ne consegue, ovvero la mancanza di stabilità economica che di certo non aiuta le famiglie a prendere la decisione di allargarsi. Per questo motivo, già da alcuni anni, il governo italiano ha introdotto delle misure atte ad aiutare le mamme ed i papà che stanno per accogliere un nuovo membro in famiglia.

Gli incentivi disponibili

Sono diversi gli incentivi a cui si può fare richiesta, in primo luogo tutti coloro che diventeranno genitori nel 2017 potranno usufruire del "Premio alla nascita". Si tratta di un bonus dal valore di 800 euro che verrà corrisposto in un'unica soluzione e la richiesta potrà essere presentata dalla madre a partire dal 7° mese di gravidanza. Dopodiché per tutti coloro che hanno iscritto i propri piccoli presso asili nido, sia pubblici che privati, possono richiedere un buono dal valore di 1000 euro, che verrà corrisposto suddiviso in 11 mensilità. Per presentare la domanda sono sufficienti i documenti di iscrizione alla scuola e quelli che attestano gli avvenuti pagamenti delle rette.

In alternativa al bonus "Asili nido" è possibile inserire le spese delle rette nella dichiarazione dei redditi, per avere diritto alla detrazione sull'imposta. Inoltre, sempre per chi ha figli che frequentano asili nido o che vengono accuditi da baby-sitter, possono richiedere un contributo che consiste in voucher dal valore di 600 euro al mese che potrà essere erogato per un massimo di 6 mesi.

Chi ne ha diritto

Per questo tipo di agevolazioni non è previsto un limite di reddito, pertanto non sarà necessario allegare alla richiesta l'Isee, Indicatore della situazione economica equivalente. Basterà quindi recarsi presso gli uffici del proprio comune di residenza, o presso un Caf abilitato per presentare la domanda.