Secondo la BCE lo shortfall (il "buco" da colmare) per Montepaschi dovrebbe essere di 8,8 miliardi. L'aumento, rispetto al valore di 7 miliardi emerso negli stress test di luglio e ai 5 miliardi dell'aumento di mercato che recentemente non è andato a buon fine.
Il motivo della revisione al rialzo dovrebbe risiedere nel carattere, appunto "precauzionale", della ricapitalizzazione a carico dello stato e dunque portare alla costituzione di congrui margini patrimoniali capaci di resistere anche al verificarsi degli scenari più avversi. Dunque seguendo l'esempio di quanto applicato al caso delle banche greche il livello di capitale da ripristinare dovrebbe essere pari all'8% rispetto al 5,5% dal quale derivava la shortfall degli ultimi stresstest.
L'entità finale dell'esborso da parte del governo dipenderà dal nuovo piano industriale e dall'esito delle ricerche di un partner estero che secondo indiscrezioni sarebbero in corso al momento.
Il dettaglio dei numeri
Ipotizzando un aumento complessivo pari a 8,8 miliardi, il governo dovrebbe versare circa 6-6,6 miliardi ottenendo una quota di circa il 70% del capitale dell'istituto. Questo importo sarebbe composto da circa 4-4,4 miliardi di ingresso sottoscrizione di nuove azioni e circa 2-2,2 di riacquisto delle azioni attribuite in sede di conversione dei subordinati.
Il residuo rispetto agli 8,8 target verrebbe dalla conversione delle obbligazioni subordinate in mano agli investitori istituzionali che finirebbero col vedersi attribuito circa il 20-25% del capitale.
Trattativa finale e nuovi subordinati
A mitigare l'esborso per il governo, consentendo di rientrare in tempi brevi di una parte dell'importo conferito, potrebbe intervenire l'emissione di nuove obbligazioni subordinate: una volta che lo stato è entrato in misura così rilevante nel capitale dell'istituto, dovrebbe essere agevole reperire capitali in questa forma.
Fondamentale ai fini della determinazione del "conto finale" per lo stato sarà la predisposizione di un nuovo piano industriale, ancora più ambizioso rispetto a quello presentato a fine ottobre dall'ad Morelli, assistito dalla società di consulenza Mac Kinsey, con la specifica dellla soluzione scelta per il portafoglio di crediti non performing (NPL).